il manifesto 10.11.16 
Referendum, 700 amministratori locali per il No
Se
 approvata, la riforma costituzionale trasformerà «il sistema delle 
autonomie locali in diramazioni periferiche di un’architettura dove il 
governo centrale è perno di tutto». In un appello firmato da 700 tra 
sindaci, amministratori e consiglieri di comuni, province e regioni si 
chiede di fermare il «revisionismo costituzionale» anche perché «dopo 
avere usato gli enti locali come bancomat per tagliare la spesa 
pubblica», la possibilità dei cittadini di condividere le scelte su temi
 rilevantissimi, dal sistema sanitario ai servizi sociali, dall’ambiente
 alle opere pubbliche, verrà limitata dal concetto di «interesse 
nazionale». E un senato non eletto «non rappresenta né i cittadini né i 
territori».
Quindi la riforma « toglie democrazia, peggiora 
l’economia e la capacità di intervento, indebolisce il sistema delle 
garanzie, dei diritti sociali, di cittadinanza e di partecipazione 
politica sanciti nella prima parte della Costituzione». «La revisione 
del Titolo V – ricorda Stefano Fassina di Si – destruttura e concentra 
nelle mani di palazzo Chigi le competenze dei governi territoriali». 
All’appello hanno aderito circa 60 5S, rappresentanti delle Liste 
Civiche e diversi dem.Tra i firmatari il sindaco di Napoli, Luigi De 
Magistris.
 
