Il Fatto 28.11.16
Libertà e Giustizia Pienone a Firenze per il
raduno con Anpi, costituzionalisti e storici “Gobetti diceva che il Sì
è la parola dei servi”
La colonna sonora (grazie alla
banda dell’Ortica) è di Enzo Jannacci: “Ci vuole orecchio, anzi
parecchio”. Il teatro Odeon di Firenze ospita “Quelli che amaNO la
costituzione”, organizzata da Libertà e Giustizia: tutto pieno in
platea e galleria. Gente fuori. Sul palco una maratona dalle 14 alle 17,
ovviamente per dire No. Luca Telese conduce e presenta i relatori uno a
uno: “Che bello essere un’accozzaglia, che poi vuol dire essere
diversi”. Del resto anche quella che andava da De Gasperi a Togliatti lo
era e ci ha regalato una Carta avanzata, ancora moderna, che sancisce
la primazia della sovranità popolare. Apre Carlo Smuraglia, presidente
dell’Anpi, con un monito ai convertiti dell’ultima ora: “Bisogna
chiedergli se prima si vergognavano di dirlo. Sto girando l’Italia con
lo stesso impegno che ho profuso settant’anni fa”.
LIVIO Pepino se
la prende con il tentativo di rendere la Carta capro espiatorio di una
classe politica che tenta di autoassolversi. E declama le parole di
Gobetti: “Il Sì è la parola preferita dei servi”. Anche Lorenza
Carlassare ricorda Gobetti: “Non si vuole che il conflitto sociale entri
nelle istituzioni” . E poi: “Dicono che se vince il No, vince il
populismo. Ma noi il populismo c’è lo abbiamo al governo”.
I
costituzionalisti Andrea Pertici, Stefano Merlini, Stefano Grassi,
Roberto Zaccaria, Ugo De Siervo, Paolo Caretti si alternano per spiegare
le tante, troppe ragioni di igiene costituzionale per cui bisogna
votare No. Perché lo fanno lo spiega Paolo Maddalena: “L’articolo 52
dice che difendere la patria è sacro dovere dei cittadini”. Alessandro
Pace punta il dito contro la protervia dell’aver fatto la riforma contro
la sentenza della consulta sul Porcellum.
Ma ci sono anche
storici e politologi (Paul Ginsborg, Tomaso Montanari, Pancho Pardi,
Maurizio Viroli), c’è l’Arci, la Fiom, l’Anpi che Nicola Fratoianni
ringrazia a nome di tutti. Chiude il padrone di casa, Gustavo
Zagrebelsky, presidente onorario di Libertà e Giustizia, che, ricorda
Sandra Bonsanti, è stato omaggiato dai suoi studenti con una scritta
sull’asfalto all’ingresso del campo di Torino: “Nel segreto dell’urna
Zagrebelsky ti vede, Renzi no. Vota No”. Conclude il professore: “La
Costituzione è materia incandescente, chi la tocca rischia di
scottarsi. Non dobbiamo disperdere il patrimonio di passione, impegno
civile e consapevolezza, che abbiamo accumulato in questi mesi.
L’impegno non è solo difendere la Carta, è soprattutto attuarla”.
SIT