sabato 5 novembre 2016

Corriere 5.11.16
Quanto accade in Turchia è terribile
Salta così l’ultimo freno
di Antonio Ferrari

Quanto accade in Turchia è terribile. Non è soltanto un «segnale spaventoso», come dice il presidente del Parlamento europeo Martin Schultz. È la prova che ormai non ci sono più limiti alla decenza istituzionale. La scure del sultano, inferocito e forse impazzito, si abbatte contro tutti coloro che contrastano i suoi piani, per lo più eversivi. Erdogan, dopo essersi inventato (o comunque aver favorito) il «golpe farlocco» di luglio, getta la maschera e osa compiere atti che neppure i peggiori dittatori avevano avuto l’ardire di commettere. Dopo aver tacitato l’opposizione del Partito repubblicano del popolo, costringendola a schierarsi contro il «golpe fasullo», attacca frontalmente la forza politica che si oppone ai suoi piani liberticidi: l’Hdp, con a capo due curdi, Demirtas e Yuksekdag, che hanno guidato il partito raccogliendo consenso dagli oppositori e portandolo in Parlamento, dopo aver superato la barriera del 10%.
L’Hdp è l’unico ostacolo che impedisce a Erdogan di cambiare la Costituzione, e di diventare un Videla o un Pinochet. Quindi i capi del partito curdo sono stati arrestati in una giornata di fuoco e di morte a Diarbakir, da dove giungono notizie drammatiche. Attentati, minacce, violenze generalizzate, ferocia diffusa, torture. Nonostante la censura dittatoriale imposta dal sultano, che ha oscurato in gran parte del Paese Facebook, Twitter, Google, Whatsapp e Instagram, le informazioni dribblano i divieti e comunque ci arrivano. Copiose e altamente drammatiche! Informazioni che neppure la macchina del dittatore riesce a contenere, ignorando la capacità di penetrazione dei social.
Il problema non è soltanto la difesa dei nostri amici turchi, che pagano da eroi il prezzo dell’infamia. Ci impone di riflettere su come agire verso un Paese che per l’Occidente è fondamentale. Il nostro governo e l’Alto rappresentante europeo Federica Mogherini sanno perfettamente quanto sta accadendo. Purtroppo non bastano più dichiarazioni preoccupate. Ma come agire e come reagire?