Corriere 26.11.16
Non mi piace chi ha paura dell’inferno
di Carlo Rovelli
Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A
me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire
all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano
comportarsi bene. Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a
Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni. Non mi piace
rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli
perché sono esseri che sentono e che soffrono. Non mi piace chi si
dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di
piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e
compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione
con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una
funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone
guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il
loro sorriso. Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio
l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non
mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi
piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a
sorridere con affetto a sorella morte. Non mi piace chiudermi nel
silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le
profondità infinite del silenzio. Non mi piace ringraziare Dio: mi piace
svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le
onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il
sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che
il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi
da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude;
preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda,
piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole. A me non piacciono
coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso
che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi
ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono
le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e
dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e
cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non
vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e
ciascuna sincera, esistono al mondo. Non mi piace chi dice a tutti cosa
tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi
mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e
ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi
piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace
parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi
piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi
piacciono infinitamente le stelle. Non mi piace chi si rifugia nelle
braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi
accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il
loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.