venerdì 25 novembre 2016

Corriere 25.11.16
Populismo e Italia, Bce pronta a intervenire
di Danilo Taino

P ericolo: l’eccitazione con la quale i mercati hanno accolto l’elezione di Donald Trump pone dei rischi alla stabilità finanziaria dell’area euro — ha segnalato ieri la Bce. Alta volatilità possibile. Avvertimento implicito ma serio per l’Italia. Gli investitori hanno comprensibilmente cambiato lo scenario che li guida, iniziando a puntare su un rialzo dei tassi Usa e nel mondo e a un maggiore attivismo di bilancio di Washington. Ciò avviene anche in assenza di certezze su come si muoverà l’Amministrazione Trump e anche di fronte alla possibilità che nuovi «eventi politici nelle economie avanzate» causino altre novità — dice la Financial Stability Review, pubblicata dall’istituto guidato da Mario Draghi. La Bce non si sente impotente. «Di certo stiamo assistendo a una correzione che arriva dagli Stati Uniti — ha detto ieri a Bloomberg Tv il vicepresidente Vitorino Constancio —. La Bce continuerà a esercitare un ruolo di stabilizzazione, non credo che ci sarà un contagio significativo in Europa». Lo stesso Constancio, segnala il sito Reuters, ha poi sottolineato che Francoforte è pronta a reagire ad ogni «choc economico» che dovesse derivare dal voto italiano: «È il tipo di incertezza politica che potrebbe provocare o meno uno choc sui mercati finanziari. E a seconda del grado dello choc allora dovremmo vedere se avremo qualcosa da fare o meno». Questione aperta così come, per la Review, «le implicazioni sulla stabilità finanziaria per l’area euro derivanti dai cambi nelle politiche economiche americane», «altamente incerte». Le vulnerabilità «rimangono significative per le banche dell’area euro». I rischi non riguardano solo la finanza, «si estendono anche all’economia reale». Nonostante le politiche monetarie espansive, potrebbero riemergere dubbi sulla sostenibilità dei debiti: privati e dei governi. E «una più alta incertezza politica può portare a scelte più focalizzate sul lato domestico che ostacolano la crescita. Ciò potrebbe ritardare le molto attese riforme di bilancio e strutturali e potrebbe nello scenario peggiore riaccendere le pressioni sui sovrani (debiti, ndr) più vulnerabili». Non è un allarme rosso: è però un allarme serio, che l’Italia deve prendere in considerazione .