venerdì 11 novembre 2016

Corriere 11.11.16
«Siamo donne, arabe, nere, di ogni minoranza. La nostra sfida è ai pregiudizi»
di Serena Danna

La protesta anti Trump che sta invadendo le strade di New York da quando il miliardario è stato eletto presidente è innanzitutto femmina. Le organizzatrici — mai usare con loro il termine leader — sono quasi tutte giovani donne che si sono distinte per l’attività politica in città e sui social network. D’altronde, tra i principi emersi dalla marcia che mercoledì notte ha portato centinaia di ragazzi e ragazze verso il Trump Tower al coro di «This is Not My President» c’è il riconoscimento di un cambiamento rivoluzionario che può essere guidato solo dalle donne del Paese. Tra di loro c’è Linda Sarsour, classe 1980, l’organizzatrice velata dell’Arab American Association of New York: «Stiamo assistendo a una nuova pagina della storia — racconta — e se il tuo movimento in questo momento non è guidato da una donna nera allora vuol dire che sei nel movimento sbagliato». Non a caso, a ispirare la protesta contro Trump ci sono insieme a lei Opal Tometi, cofondatrice del movimento contro le violenze della polizia «Black Lives Matter», ed Heather C. McGhee dell’organizzazione civica «Demos Action». Le giovani rappresentanti del mondo che rifiuta Trump come presidente hanno l’idea che i valori delle minoranze vanno difesi tutti insieme. I diritti del movimento Lgbt si uniscono a quelli degli afroamericani e dei latini, alla lotta all’omofobia e al sessismo. «Chiediamo a tutti, soprattutto ai bianchi, di prendere posizione contro i pregiudizi, non importa chi sia la vittima». Cresciuta a Sunset Park, un quartiere a Ovest di Brooklyn, ultima di sette fratelli di una famiglia immigrata dalla Palestina, Linda si è sposata con un matrimonio combinato a 17 anni e ha avuto primo figlio due anni dopo. Adesso che di figli ne ha tre e ha ancora accanto il marito, la politica è diventata la sua passione. L’ha fatta per i diritti di musulmani americani della città, per poi spingersi su un piano nazionale quando ha incontrato Bernie Sanders. Perché Sarsour, cofondatrice del «Muslim Democratic Club» di New York, come tanti dei manifestanti di queste ore, non è una supporter di Hillary Clinton, simbolo degli errori compiuti dalle istituzioni e anche dai movimenti: «Abbiamo fallito come generazione e peggio ancora stiamo facendo un danno incredibile alle generazioni a venire».