Repubblica 8.10.16
Il giro di vite di Berlino tagli al welfare per stranieri sussidi solo dopo 5 anni
Prima
l’annuncio di May, ora tempi stretti anche per una legge tedesca Oggi
bastano sei mesi per i sostegni. Tra i beneficiari gli italiani sono
secondi
di Tonia Mastrobuoni
BERLINO. È una
misura pensata per scoraggiare quello che i conservatori tedeschi
chiamano con un termine orribile “turismo sociale”, cioè per limitare
soprattutto l’immigrazione est europea attratta dal generoso welfare
tedesco. A presentarla, però, sarà la ministra socialdemocratica del
Lavoro, Andrea Nahles. La prossima settimana il governo Merkel dovrebbe
discutere, stando ad indiscrezioni uscite su alcuni giornali, la legge
fortemente voluta dalla ministra che introduce un severo giro di vite
sugli aiuti sociali concessi ai cittadini di altri Paesi europei.
Restrizioni,
sostengono gli stessi organi di stampa, che il ministro dell’Interno
cristianodemocratico, Thomas De Maizière, avrebbe voluto persino più
dure. Il risultato della mediazione è comunque una cesura netta col
passato. Prima di cinque anni i polacchi, gli italiani o i portoghesi e
gli altri cittadini europei che arriveranno in Germania non avranno
accesso al diritto al sussidio di disoccupazione o ad altri assegni di
sostegno, se non avranno lavorato prima. Adesso il limite è di sei mesi.
Per
gli italiani, non è un dettaglio. Secondo i dati dell’Ufficio federale
del Lavoro (Bundesagentur fuer Arbeit) a gennaio di quest’anno erano
circa 440mila i cittadini europei che beneficiavano di un qualunque tipo
di sussidio. Il gruppo più ampio, effettivamente, risultavano essere i
polacchi: 92mila. Ma al secondo posto ci siamo noi, con 71mila persone
che ricevono un assegno sociale. Al terzo posto ci sono i bulgari
(70mila), al quarto i rumeni (57mila), i greci (46mila). La stragrande
maggioranza di chi usufruisce di questi aiuti ha un lavoro con cui non
arrivano a fine mese — tipicamente è un “minijobber” che guadagna
massimo 450 euro al mese — Lo scorso inverno, quando è cominciata la
discussione sulla possibilità di un giro di vite sugli aiuti sociali per
gli stranieri, e su Nahles si è abbattuta una bufera di polemiche, la
ministra ha incassato l’appoggio convinto di Angela Merkel. Nahles
reagisce così ad una sentenza del Tribunale federale per il sociale
(Bundessozialgericht) che avevano deciso l’anno scorso che i cittadini
europei avessero diritto ad un sussidio a sei mesi dall’arrivo in
Germania. Una sentenza che ha suscitato un’insurrezione tra i Comuni,
che temevano un’impennata di costi. Ma il loro allarme contrasta,
evidentemente, con le dichiarazioni di Nahles, che ha sempre detto che
le restrizioni riguarderanno pochissime persone. Delle due l’una: o avrà
l’effetto che sperano i Comuni e terrà lontani molti stranieri oppure è
una misura che riguarda una manciata di migranti, e allora non si
capisce perché adottarla, suscitando enormi polemiche.
Intanto il
capo dell’associazione dei Comuni tedeschi, Gerd Landsberg, ha già
espresso soddisfazione per la notizia e spinge per una rapida
approvazione. «Le attuali regole e la recente sentenza del Tribunale
federale contribuiscono a rendere la Germania ancora più attraente per
chi vuole espatriare da qualche Paese europeo». Ieri un giornale già
titolava “limiti per stranieri Ue” invece di “cittadini Ue”. Lapsus o
segno dei tempi?