Repubblica 5.10.16
L’attrice Monica Guerritore
“Via Verdini e i ladri la Carta non si tocca”
ROMA.
«Lasciamola così. Portiamo piuttosto in Parlamento politici non
corrotti, non indagati, cacciamo i cattivi legislatori: se i senatori
fossero delle eccellenze, il Senato non sarebbe da buttare».
Ci teniamo le due Camere e tutto il resto allora?
«Il
problema è avere Verdini in maggioranza, o quella sindaca lì a Roma,
gente scelta dai partiti. Cambiamo i partiti. Poi, nuovi eletti su
criteri democratici potranno pure lavorare a una riforma condivisa della
Costituzione. Ma non ora. Non così».
«Io credo piuttosto che il
rischio Brexit, per il Paese, si concretizzi con l’uscita dalla nostra
Costituzione, da questa Costituzione». L’attrice Monica Guerritore
appartiene alla schiera di artisti e intellettuali impegnati per il No
al referendum. E dell’uscita di Roberto Benigni non condivide una
virgola. «Una premessa però, mi permetta: non siamo in guerra».
In che senso non siamo in guerra?
«La
nostra è solo difesa di una rete che protegge tutti noi, la
Costituzione come madre protettiva in un periodo in cui l’etica e il
senso della comunità hanno ceduto il passo al cinismo, alla mancanza di
rispetto dei diritti altrui. Solo questo…» Pensa che chi sostenga il Sì
alla riforma non abbia senso della comunità, dell’etica?
«Non
penso questo. Sono però certa che la nostra Carta abbia consolidato nei
decenni un legame forte col popolo italiano che prescinde dai politici
che si succedono al governo. E poi, Renzi non è pericoloso, ma chi mi
assicura che dopo di lui non ci sia una deriva autoritaria, agevolata
proprio da questa riforma? » Questo non vuole dire, sostiene Benigni,
che non si possa riformare la seconda parte della Carta, senza
intaccarne i principi.
«Non è vero. Non sono una tecnica. Ma è fin
troppo ovvio che se modifichi certi equilibri, finisci col
compromettere tutto. Per di più con un’iniziativa arbitraria, non
condivisa».
Però la riforma è stata approvata in Parlamento, per buona parte da una larga maggioranza.
«Sì,
ma su iniziativa di un governo. Sa cosa? Io non credo nella politica.
Penso che sia la politica a dover essere riformata, non la
Costituzione».