giovedì 27 ottobre 2016

Repubblica 27.10.16
No sanzioni a Cuba, prima astensione Usa
L’Onu. Nuova svolta di Washington: all’assemblea generale aveva sempre espresso voto contrario

ANCORA una svolta voluta da Barack Obama nelle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Per la prima dal 1992, Washington si è astenuta nel voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla condanna dell’embargo all’Avana. Fino a ieri, quando l’Onu votava una risoluzione di condanna, di quello che i cubani chiamano “El Bloqueo” unilaterale in vigore dagli anni Sessanta, sia gli Stati Uniti che Israele si pronunciavano sempre contro. Invece ieri sera la risoluzione è stata approvata con una maggioranza schiacciante: 191 sì e soltanto due astensioni. Questa volta nessun voto contrario. Anche se la risoluzione di condanna dell’Onu ha un valore sostanzialmente simbolico, la decisione della Casa Bianca di astenersi per la prima volta è un chiaro messaggio al Congresso degli Stati Uniti dominato dai Repubblicani che si rifiutano di seguire la linea del presidente. Come ha detto più volte, Obama è convinto che la politica americana riguardo al regime cubano deve cambiare, visto che quasi sessant’anni di scontro frontale hanno dimostrato che è stata sbagliata. O perlomeno inutile. Fosse per lui, infatti, Barack Obama avrebbe già tolto l’embargo, ma solo un voto a maggioranza del Congresso può decretarne la fine. In questi mesi, dopo il suo storico viaggio all’Avana per incontrare Raúl Castro, il presidente americano, ormai verso la fine del suo secondo mandato, ha eliminato tutto quello che poteva. Ha favorito fin dove è possibile i viaggi degli americani nell’isola, prima assolutamente proibiti. Ha anche permesso alle aziende americane di avere rapporti con l’isola. Ma il nocciolo duro dell’embargo resta. Però è possibile che abbia davvero i giorni contati. Anche Hillary Clinton, che con molte probabilità sostituirà Obama alla Casa Bianca, è una sostenitrice della fine dell’embargo contro Cuba. E nel nuovo Congresso che verrà eletto nelle prossime settimane, i repubblicani potrebbero non essere più così determinanti. Certo, se invece le elezioni presidenziale dovesse vincerle Donald Trump, la maggior parte delle aperture verso Cuba potrebbero essere riviste.