giovedì 27 ottobre 2016

Repubblica 27.10.16
Verdini si salva con la prescrizione
Cancellata la condanna a 2 anni per corruzione. Il senatore di Ala era accusato di pressioni per gli appalti alla Scuola dei Marescialli di Firenze
M5S: con la nostra legge non sarebbe successo
di Carmelo Lopapa

ROMA. La prescrizione salva Denis Verdini. Almeno dall’accusa di concorso in corruzione nella vicenda appalti per la Scuola Marescialli di Firenze. In primo grado era stato condannato a due anni. Ieri il processo di secondo grado si è chiuso con una sentenza di “non luogo a procedere per intervenuta prescrizione”.
La sua posizione era stata stralciata, in un processo che aveva già visto condannare in via definitiva l’ex presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, l’ex provveditore delle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e il costruttore e amico del senatore Riccardo Fusi. La ristrutturazione era una delle grandi opere previste per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
L’ex coordinatore di Forza Italia viene informato dagli avvocati Franco Coppi e Marco Rocchi mentre è al lavoro nella sede del suo partito, Ala, in via Poli a Roma. La prescrizione era scattata già in estate, il 20 luglio, come sottolinea la difesa dopo la polemica esplosa ieri. La Corte d’appello l’ha solo ufficializzata. La reazione di Verdini - che filtra dopo una serie di incontri con deputati e senatori che gli sono più vicini - sembra più di delusione che di soddisfazione. «La polemica sa di giudizio politico. Avevo fiducia nell’assoluzione, ne ero convinto, se si fosse arrivati fino in fondo qualsiasi giudice avrebbe verificato l’inconsistenza delle accuse - si è sfogato il senatore -. C’era anche un vizio di forma che avrebbe portato all’annullamento certo della condanna. La verità è che se c’è di mezzo Verdini, la cosa più facile se non si può condannare è prescrivere ». Fuori dalla sede di Ala però l’uscita di scena causa prescrizione fa gridare allo scandalo. Il M5S punta il dito contro il senatore e alleato del governo Renzi. Alessandro Di Battista accusa: «È finita a tarallucci e vino. Verdini, padre costituente delle riforme di Renzi, è stato prescritto. Noi avevamo depositato in Parlamento da mesi una legge per bloccare la prescrizione quando c’è un rinvio a giudizio o una una condanna di I grado. Questi sono i soggetti che decideranno sul nostro futuro se dovessero vincere i Sì». Doris Lo Moro, senatrice pd ed ex magistrata, invece non si stupisce: «La prescrizione è un caposaldo del sistema a garanzia dell’imputato, ma quanto avvenuto deve servire da stimolo ulteriore per lavorare al prolungamento dei termini. Purtroppo sulla sospensione, proposta dal M5S, non ci sarebbe mai stata maggioranza». Considerazione «pretestuose» secondo la difesa di Verdini, dato che «qualsiasi nuova norma non inciderebbe sui processi in corso». La sostanza non cambia, reato ormai estinto.