Repubblica 24.10.16
“Stop alle una tantum e deficit solo al 2,2%” Ecco la lettera Ue
Tra oggi e domani a Roma il richiamo sui conti Renzi: missiva fisiologica, scontro non su 0,1%
di Alberto D’argenio
ROMA.
Arriverà a Roma tra oggi pomeriggio e domani mattina la lettera di
richiamo sulla manovra firmata dalla Commissione europea. Una richiesta
di informazioni sulle falle della legge di bilancio che implicitamente
suggerirà le modifiche richieste al governo per chiudere la partita sui
conti: le eccessive coperture una tantum che non garantiscono la tenuta
del bilancio e lo sconto sul deficit per circostanze eccezionali che per
Bruxelles il governo ha quantificato in modo troppo generoso. La
Commissione è pronta a riconoscere l’aumento delle spese sui migranti
per il prossimo anno rispetto al 2016, mentre sul sisma accetta di
scorporare dal deficit la ricostruzione delle zone colpite il 24 agosto
ma non il piano per mettere in sicurezza tutte le zone a rischio
catastrofe del Paese. Questo impongono le norme Ue, modificabili solo
con il consenso di tutti i governi. Con la conseguenza che la
Commissione non approva il deficit 2017 al 2,3% previsto dalla
finanziaria.
Chiede che venga limato di un decimale.
Uno
sforzo di appena 1,6 miliardi quello richiesto da Bruxelles che lo
scorso anno ha concesso all’Italia 19 miliardi di flessibilità e
quest’anno già forzando le regole sarebbe pronta a dare altri 15
miliardi di bonus sul risanamento. Matteo Renzi ieri ha sminuito
l’arrivo della missiva definendola «fisiologica, il problema non è lo
0,1%». Quindi ha chiesto sostegno nella sfida per ridiscutere nel 2017
il Fiscal Compact e ha ribadito che i paesi dell’Est che non accettano i
rifugiati dovranno essere penalizzati nel prossimo bilancio europeo. E
comunque il premier quello 0,1% di deficit, così come la composizione
della manovra non intende cambiarla. A questo punto Bruxelles si attiene
al calendario stilato la scorsa settimana: prima la lettera che terrà
aperta la porta a una bocciatura della manovra che tuttavia, nonostante
le regole lo permetterebbero, non sarà rigettata già il 31 ottobre. Il 9
novembre la presentazione delle previsioni economiche, a metà mese
l’opinione (negativa ma non irreversibile) sulla finanziaria e solo dopo
Natale l’eventuale bocciatura definitiva con apertura di procedura di
infrazione sui conti.
Nelle prossime ore non sarà solo l’Italia a
ricevere la missiva europea, ma anche Francia, Olanda, Belgio, Spagna e
Portogallo. Ma il caso italiano preoccupa particolarmente Bruxelles,
dove ieri hanno letto l’intervista a Repubblica di Pier Carlo Padoan con
una certo disappunto. Ufficialmente la Commissione non ha commentato le
sue parole, ma ai piani alti del Berlaymont l’intervista è stata
ritenuta ingiustamente dura verso i vertici comunitari. D’altra parte in
Commissione spiegano che il tentativo è proprio quello di evitare uno
scontro con l’Italia e di non influire sulla campagna per il referendum,
a maggior ragione con l’Europa spaccata tra Est e Ovest sui migranti e
ancora sotto shock per Brexit. Tuttavia Juncker e il commissario agli
Affari economici Pierre Moscovici devono avere un piccolo aiuto da Roma,
visto che un ok all’attuale versione della manovra – di fatto troppo
lontana dai parametri europei - verrebbe impallinato dagli altri governi
all’Eurogruppo (ministri delle Finanze). Con il risultato di inguaiare
lo stesso l’Italia e di costare l’accusa di favoritismo ai vertici
comunitari, che ne uscirebbero con la reputazione a pezzi.
Considerazioni che il governo per ora non ascolta, tanto che Renzi ha
incaricato i suoi di recapitare a Bruxelles minacce di pesanti
ritorsioni politiche in caso di bocciatura. A Bruxelles sperano che dopo
il referendum l’atteggiamento del premier cambi, ed è per questo che
hanno allungato i tempi sperando che a dicembre il governo modifichi la
manovra. Altrimenti si andrà alla rottura e il timore è che a quel punto
l’Italia lasci correre il deficit ben oltre il 2,3% , creando un
problema a tutta la zona euro.