Repubblica 21.10.16
Scott Turow: “Il complottismo spia dei mali d’America”
Trump sfrutta la svolta irrazionale degli usa
intervista di Anna Lombardi
NEW
YORK. .«Se domani Trump dicesse che il mondo è piatto e che c’è una
cospirazione per farlo credere rotondo molti dei suoi gli crederebbero.
Perché pensare che mentono tutti salvo chi dice cose incredibili e senza
riscontri semplifica la vita. Chi non guarda ai fatti non ha bisogno di
prendersi responsabilità ». All’indomani dell’ultimo dibattito
presidenziale finito in rissa, lo scrittore Scott Turow, 66 anni, è più
caustico che mai. Autore di bestseller come Presunto Innocente e
Identici (Mondadori), 30 milioni di copie vendute, Turow esercita ancora
il mestiere di avvocato nella sua Chicago dopo essere stato, negli anni
‘80, il braccio destro di quel procuratore Thomas Sullivan che avviò la
celebre Operazione Greylord contro la corruzione. «Sono davvero
scioccato – ammette – dalla svolta irrazionale di metà del mio Paese».
Cosa sta succedendo in America?
«Una
parte ha perso connessione con l’altra. Ci sono radici storiche,
naturalmente. Quando negli anni 80 la classe media bianca cominciò a
perdere potere economico iniziò anche a guardare con occhio diverso
all’altra parte: ciò che non controllava e la impoveriva appariva come
un nemico. Ma la situazione attuale è stata sottovalutata. Oggi teorie
complottiste vecchie di decenni diventano soggetto di dibattito
politico. E questo è incredibile».
Di chi è la colpa?
«Soprattutto
di un sistema scolastico disastroso. Molti non insegnano nemmeno più la
storia americana perché controversa. La gente è sempre più ignorante e
non ha strumenti per elaborare nuove informazioni. Trump, che non è
particolarmente brillante né colto, fa presa anche per questo. Simbolo
di un’America che non sta al passo con i cambiamenti sociali e si
crogiola in certezze presuntuose: perché pensare che si ha sempre
ragione e la colpa è degli altri è molto più comodo».
Trump ora minaccia di non accettare il risultato elettorale.
«È
un’affermazione che mi turba: ma non penso ci saranno violenze. Hillary
dovrebbe vincere con ampio margine e questo terrà buoni tutti. Mi
preoccupa però il futuro. Io sono un suo sostenitore però ammettiamolo:
Hillary è debole. E la misoginia che Trump ha seminato nel Paese non
l’aiuterà».
Pensa davvero che la misoginia pesi in queste elezioni?
«Ne
sono convinto. La classe media che ha perso potere economico ha visto
anche l’avanzamento delle donne nella società. È un fenomeno con cui
molti non riescono ancora a fare i conti. A quella misoginia Trump ha
offerto la stessa legittimità che ha dato al razzismo. Hillary ha un
carattere particolare e non ha chiarito molte questioni: lo abbiamo
visto benissimo anche durante questo dibattito dove non ha brillato.
Così adesso dovrà lavorare molto per conquistare la fiducia degli
americani e riunificare il Paese. E le confesso che non sono affatto
certo che ce la farà».
Che cosa teme di più?
«Molti dicono
che sarà presidente per un solo termine. Ecco, il mio timore è l’arrivo
di un nuovo Trump, che ancora meglio di Donald faccia presa sul lato
irrazionale della mia America».