giovedì 20 ottobre 2016

Repubblica 20.10.16
Renzi: “Legge di Bilancio nessuna retromarcia” Ma la Ue vuole modifiche
Entro giovedì 27 arriverà la lettera di Bruxelles che imporrà cambiamenti subito. Possibili interventi correttivi con emendamenti in commissione
Al Tesoro i tecnici già al lavoro per valutare le misure una tantum e le sanatorie previste Malumori in Parlamento per lo slittamento della presentazione della manovra
di Alberto D’Argenio Roberto Petrini

ROMA. L’Europa si prepara a scrivere all’Italia contestando la legge di Bilancio appena varata per il deficit al 2,3% del Pil e per l’eccessiva presenza di misure una tantum, ma Matteo Renzi non intende fare marcia indietro sui numeri fissati. Da Washington il premier replica a Bruxelles: «Rispettiamo totalmente le regole Ue, la procedura d’infrazione la aspettiamo per chi non rispetta le regole sui migranti». Il premier si è chiesto su cosa l’Europa possa dire di «no» alla legge di bilancio: «Alla clausola sui soldi alla scuola di Amatrice o sull’immigrazione? », ha ammonito. Tuttavia il presidente del Consiglio non chiude tutte le porte alle richieste: «Se la Ue vuole darci suggerimenti, segnalarci punti specifici su cui rispondere siamo pronti ad ascoltare».
Da Bruxelles ufficialmente si tace, in attesa dell’arrivo del presidente del Consiglio, che oggi e domani parteciperà al Consiglio europeo, intenzionato a far valere le ragioni dell’Italia. «Non siamo i Don Chisciotte che lottano contro i mulini a vento», ha mandato a dire dagli States forte del sostegno di Obama. Tuttavia fonti comunitarie non solo confermano l’irritazione per le misure una tantum (rappresentano il 50% delle coperture, tra le due sanatorie, voluntary e rottamazione cartelle, e vendita delle frequenze Gsm) ma contestano anche il 2,3% (ritenuto superiore al 2,2 concordato). Così per giovedì 27 ottobre è in arrivo una lettera della Commissione a Roma che imporrà modifiche entro il 31, cioè la vigilia del termine ultimo per il rinvio al mittente della legge di Bilancio.
A questo punto entrano in ballo calendario e strategia del governo italiano. La legge di Bilancio è ancora un testo aperto, sabato scorso infatti è stata varata «salvo intese» e dunque l’articolato può ancora cambiare, tanto è vero che anche per avere più tempo il provvedimento che sarebbe dovuto arrivare alle Camere oggi, arriverà solo lunedì 24. Nel frattempo al Tesoro si è riaperto il cantiere della manovra: sono soprattutto al vaglio le misure una tantum e le sanatorie, non per stravolgere ma per aumentare la qualità delle coperture. Circola anche l’idea di utilizzare i fondi della presidenza del Consiglio per far fronte ad alcune spese. Il testo della “Finanziaria” dunque cambierà, ma non prima della lettera di Bruxelles, che arriverà tre giorni dopo la presentazione della legge di Bilancio in Parlamento e mentre i tecnici di Bruxelles saranno in missione a Roma. Anche se la missiva rappresenterà l’ultimo passo prima della bocciatura della manovra, almeno per i prossimi dieci giorni Renzi non farà marcia indietro pronto a far valere il proprio potere negoziale. La strategia è quella di evitare un Consiglio dei ministri in corsa ed eventualmente intervenire, solo successivamente, attraverso emendamenti in Commissione per rafforzare la manovra. Del resto il presidente della “Bilancio” della Camera Boccia ha già lanciato un monito sul contante: «E’ un condono o lo cambia il governo o lo cambiamo noi».
Nel mirino di Bruxelles dunque il deficit troppo alto che dovrebbe salire al massimo al 2,2%: anche se si tratta di uno scarto di un solo 1,6 miliardi, Juncker sa che il 2,3% indicato dal governo non passerebbe all’Eurogruppo. «Siamo pronti a darvi 15 miliardi in deficit, oltre non si va». E poi le “one off”: condono, voluntary disclosure e vendita delle frequenze Gsm non vanno, le uscite strutturali devono essere coperte da entrate permanenti. Infine i migranti: l’Italia per compensare le spese per i rifugiati chiede 3,6 miliardi di sconto sul deficit 2017, cifra che Bruxelles giudica esosa.
Nonostante il rischio di bocciatura e di immediata procedura di infrazione, Renzi è pronto a dar battaglia. Ieri il capogruppo del Pse a Strasburgo, Gianni Pittella tuonava: «Basta con gli zerovirgola che fanno arrabbiare Schaeuble ». E gli sherpa italiani hanno fatto inserire nelle conclusioni del vertice europeo il riconoscimento dei «contributi significativi, anche di natura finanziaria, fatti negli ultimi anni dagli Stati in prima linea» per l’emergenza migranti. Un modo per rinforza- re la battaglia del premier.