Repubblica 10.10.16
Attacco al cuore di Gerusalemme Hamas rivendica
Due morti e sei feriti alla fermata del tram
Il testamento del terrorista: “Fate come me”
di Fabio Scuto
GERUSALEMME.
Prima i sassi, poi i coltelli e le auto usate come ariete, adesso le
pistole. Fa un drammatico salto in avanti questa ondata di violenze che
dallo scorso ottobre insanguina Israele. E Gerusalemme, con le sue
tensioni perenni, è lo scenario preferito di questo dramma. Due morti,
sei feriti e il terrorista palestinese ucciso sono il bilancio della
tentata strage ieri mattina a due passi dal Comando Generale della
Polizia israeliana che si trova alla sommità della French Hill, dal
Quartier Generale delle Nazioni Unite delle sue innumerevoli agenzie,
già teatro di altri due attacchi quest’anno. Hamas ha rivendicato il
gesto congratulandosi con l’attentatore, diffondendone il nome e il
quartiere di Gerusalemme Est dove viveva, le autorità israeliane hanno
per ora messo la censura sui particolari dell’attacco. Rinforzato ancor
più il dispositivo di sicurezza nella Città santa affollata in questi
giorni di festività ebraiche.
La French Hill è una zona di forte
traffico di auto, bus — con la grande arteria che unisce i quartieri
arabi di Shuafat e Beit Hanina alla città — c’è una fermata del tram
sempre affollata di impiegati civili ma anche di agenti e soldati. È qui
che il terrorista a bordo della sua Toyota bianca si è avvicinato ma
dopo decine di attacchi con auto usate come ariete adesso tutte le
pensiline sono protette da blocchi di cemento. L’uomo — di circa
quarant’anni abitante a Silwan e già noto alla polizia e allo Shin Bet
come estremista — ha estratto un fucile automatico e dalla sua auto ha
sparato contro le persone che si trovavano vicino. Una donna al volante
della sua macchina è stata centrata da diversi colpi, così come un
sottufficiale della polizia che si trovava nelle vicinanze con il suo
scooter. Moriranno poco dopo all’ospedale, altri sei passanti sono stati
feriti.
Il terrorista ha poi cercato di fuggire in auto verso il
vicino quartiere arabo di Sheikh Jarrah imboccando il primo incrocio,
inseguito da auto e moto della polizia mentre altri agenti e passanti
prestavano i primi soccorsi ai feriti. Il terrorista ha fatto poca
strada, meno di cinquecento metri prima di essere intercettato da una
pattuglia in motocicletta nei dintorni che ha messo fine alla sua fuga
uccidendolo, a poca distanza dal celebre Hotel “American Colony”.
L’assassino
era noto alla polizia e ieri si sarebbe dovuto presentare alle forze
dell’ordine per scontare quattro mesi di detenzione amministrativa per
incitamento alla violenza. Ha usato le sue ultime ore di libertà per
uccidere inermi per la strada. Anzi in un messaggio diffuso dalla tv di
Hamas a Gaza, Al Aqsa, incoraggia tutti i fedeli a seguire la sua strada
e il suo esempio.
Nell’ultimo anno, molti palestinesi hanno
compiuto attacchi con coltelli o armi rudimentali, uccidendo 33
israeliani e due cittadini americani. Nello stesso periodo, 220
palestinesi sono morti, di questi 149 sono stati definiti “assalitori”
dalle autorità israeliane, mentre gli altri sono stati uccisi durante
scontri e proteste. «Da un anno Hamas cerca di cavalcare l’onda di
terrore e incoraggia la Cisgiordania e Gerusalemme Est a prendere le
armi. Il gruppo spera che questa violenze possano aggravare la
situazione e dare un colpo che spera definitivo all’Autorità
Palestinese», spiega Amos Harel, esperto di terrorismo del quotidiano
Haaretz, «ma la differenza rispetto a un anno fa, è l’indebolimento
dell’Anp». «Il presidente palestinese Abu Mazen», dice Harel, «è stato
ricoverato in ospedale per un problema cardiaco. Ha seri problemi di
salute e fatica a mantenere il controllo della situazione».