La Stampa TuttoScienze 26.10.16
Con anabolizzanti e psicofarmaci un’abbuffata di pillole proibite
Dal Terzo Mondo all’Europa: l’invasione dei farmaci taroccati
di Roberto Fabbri
Una
«Task force» contro la criminalità organizzata, che si specializza
nella contraffazione e nella vendita di farmaci e alimenti. È il «patto»
stretto tra la Sif, la Società italiana di farmacologia, e quella di
tossicologia, la Sitox, con le maggiori autorità regolatorie nazionali
come l’Agenzia del Farmaco, Farmindustria e Federfarma, oltre alla
catena degli atenei italiani e delle forze dell’ordine, con i Nas e il
Comando dei carabinieri per la tutela della salute. Quello dei farmaci
contraffatti non è un fenomeno nuovo (L’Oms stima che nel mondo almeno
una confezione su 10 sia «taroccata»). Ma ciò che è nuovo sono i suoi
confini. Se fino a pochi anni fa la vendita di medicinali illegali era
circoscritta soprattutto al Terzo Mondo, oggi - segnala la European
Federation of Pharmaceutical Industries and Associations - la
distribuzione dei farmaci falsi è ormai segnalata in tutta l’Unione
europea.
Affari d’oro per i laboratori clandestini, quasi sempre
gestiti da organizzazioni straniere molto ben strutturate come le nostre
mafie. Al convegno «Contraffare la salute», organizzato a Rimini, il
generale dei carabinieri Claudio Vincelli, ha fornito i numeri della
contraffazione nel settore alimentare, segnalando un fatturato nero di
1,1 miliardi l’anno. Più difficile, invece, stimare le cifre del mercato
nero farmaceutico, da quando il veicolo principale per gli acquisti è
diventato il web. Secondo l’Ocse e Federfarma, gli introiti potrebbero
rientrare in un «range» tra i 200 e i 320 miliardi di dollari l’anno.
Nel
nostro Paese - sottolineano le autorità regolatorie - l’emergenza è
ancora contenuta. Alcuni casi, per fortuna rari, di italiani vittime di
questi acquisti d’azzardo li ha svelati il Centro Antiveleni di Pavia:
tra gli altri, quello di una donna che aveva assunto una compressa a
scopo dimagrante «100% naturale» acquistata su Internet. Le analisi
hanno rivelato la presenza di sibutramina, un farmaco anoressizzante
attualmente vietato. Patrizia Restani - associato di Chimica degli
alimenti all’Università di Milano - segnala che gli integratori
alimentari con ingredienti botanici sono una classe di prodotti soggetta
a numerose contraffazioni, perché persiste la diffusa convinzione che
«naturale» sia per definizione sicuro. Altri casi clinici riguardano
intossicazioni da stupefacenti, non solo negli adulti ma anche in
adolescenti che per questi acquisti «speciali» utilizzano spesso la
carta di credito dei genitori.
Se neanche l’Italia è immune dallo
smercio illegale di sostanze pericolose, il motivo - spiegano dal Centro
Antiveleni di Pavia - è che Internet è passato dall’essere fonte di
consigli più o meno utili (per forma fisica, alimentazione, sport e
stili di vita) a dispensatore di diagnosi e - fatto ancora più
allarmante - di terapie fai da te.
E quando la «pillola» è a
portata di mouse il mercato si diversifica a seconda dell’area
geografica. La richiesta nei Paesi industrializzati verte soprattutto
verso prodotti che, per così dire, «migliorano la qualità della vita»:
anabolizzanti e steroidi per aumentare le prestazioni sportive o per
motivazioni estetiche, prodotti per la disfunzione erettile,
anoressizzanti e dimagranti (ormai quasi tutti ritirati in Italia),
oltre a psicofarmaci e altri tipi di farmaci che il medico di base
rifiuta di prescrivere. Il contraffattore, come ogni esperto
imprenditore, sa dunque come muoversi geograficamente, là dove è la
domanda a creare il mercato. Se allora gli europei cercano spesso
sostanze «ricreative», nei Paesi del Terzo Mondo e in quelli in via di
sviluppo le richieste sul mercato illecito riguardano prima di tutto
medicinali salvavita come antibiotici, antimalarici, antitubercolari e
antiretrovirali: un business doppiamente «non etico» - lo definiscono
gli esperti - non solo perché sottrae fatturato alla filiera
dell’industria legale, efficace e sicura, ma anche perché si arricchisce
sfruttando le condizioni di povertà e di ignoranza dei meno fortunati
del Pianeta.