La Stampa 20.10.16
In attesa di Halloween, benvenuti all’inferno
Il
mondo è pieno di luoghi ritenuti ingresso del regno delle ombre
Dall’antro della Sibilla Cumana al cuore voodoo di New Orleans
di Vittorio Sabadin
Tra
poco sarà di nuovo Halloween, e i negozi già espongono i costumi da
fantasma che indosseranno i ragazzi. Ma il mondo è pieno di luoghi dove
si possono incontrare fantasmi autentici. Ogni religione colloca il
proprio inferno nelle viscere della Terra, in un sottosuolo spaventoso
pieno di tormenti, bruciato da fiamme eterne. Poiché ognuno di questi
inferni ha un’entrata, le agenzie turistiche potrebbero benissimo
organizzare visite agli inferi: nel mondo ci sono almeno dieci ingressi
conosciuti al regno delle ombre, al quale bisogna però avvicinarsi con
grande prudenza, perché il viaggio non sia di sola andata.
Darmon
Richter, un giornalista e fotografo che si appassiona a cose strane (sta
studiando i monumenti sovietici nei paesi dell’Europa dell’Est) e
lavora anche per Daily Telegraph e The Guardian, ha compilato il primo
elenco delle porte degli inferi, che da giorni rimbalza online da un
sito all’altro. Finire all’inferno è sempre una sciagura, ma almeno si
ha il vantaggio che praticamente ogni paese ha il suo ingresso. Quelli
con il maggior numero di peccatori ne hanno anche più di uno.
In Italia
In
Italia, ad esempio, ce ne sono almeno tre. Il più noto è al lago
d’Averno, vicino a Pozzuoli, sotto il quale Enea ha incontrato prima
Didone nei campi del pianto, e poi i compagni troiani caduti in
battaglia. Poco lontano, c’è un altro ingresso celebrato da Virgilio,
l’antro della Sibilla cumana, che ancora oggi riverbera l’eco delle sue
profezie. Nessuno può negare che sotto a questi luoghi si trovi un vero
inferno, i Campi Flegrei, una caldera vulcanica assopita da secoli, ma
non per questo meno minacciosa, piena com’è di ribollenti solfatare
vicino alle quali venne girato persino il film Totò all’inferno .
Un’altra
porta dell’Ade si trova nel centro di Roma, tra le rovine del Foro, nei
pressi della Curia. Secondo Tito Livio, qui si era aperta una voragine
che nessuno riusciva a riempire. Un oracolo suggerì di gettarvi la cosa
più preziosa della città e un centurione, Marco Curzio, affermando che
questa cosa era il coraggio dei suoi soldati, vi si gettò dentro con il
suo cavallo. Oggi di quella voragine resta nel Lacus Curtius un piccolo
pozzo, buono solo per lanciarvi augurali monetine.
In Europa
In
Grecia le porte degli inferi si trovano a Capo Matapan, nel
Peloponneso. L’ingresso è comodo, ci si arriva in barca attraverso
grotte sul mare e infatti molti ne hanno approfittato: ci sono passati
Orfeo, che ha percorso mille gradini in discesa cercando Euridice, e poi
Ercole per la sua dodicesima fatica, catturare Cerbero. Non molto
lontano, a Ierapoli, nei pressi della città turca di Denizli, c’è
l’ingresso all’inferno più pericoloso. E’ stato scoperto solo nel 2014,
ma Strabone già ne parlava nel I secolo a.C. come della dimora del dio
Plutone dalla quale uscivano vapori velenosi che uccidevano gli uccelli e
inducevano allucinazioni e stati di trance negli esseri umani.
Nel
corso del Medioevo la porta degli inferi più popolare si trovava in
Islanda, sotto il vulcano Ecla. Ne scrivevano con terrore i monaci
cistercensi che avevano assistito alle sue spaventose eruzioni, una
ventina in successione a partire dal 1100. Sulla sommità del vulcano
volteggiavano le anime dei dannati e la caldera era considerata l’eterna
prigione di Giuda. Il vulcano da qualche anno è calmo, ma a ogni Pasqua
tutti giurano di vedere streghe danzanti sul ciglio.
Nel mondo
Ovviamente,
uno dei posti migliori dove cercare una porta dell’inferno è New
Orleans, regno dei riti voodoo. Ma il percorso è complicato: qui le
anime dei defunti non vanno direttamente agli inferi, ma passano prima
attraverso un purgatorio. Se si vuole incontrare Baron Samedi, bisogna
poi aprire sette porte nell’ordine giusto e nessuno sa dove si trovino.
Si dice che la prima sia nella tomba della veggente e sacerdotessa Marie
Lavau al cimitero Saint Louis, ma c’è chi consiglia invece di andare
all’incrocio tra Canal Street e Basin Street e chiedere informazioni al
primo tipo strano che passa.
Altri ingressi al mondo delle ombre
si trovano in Giappone, nella città di Beppu, famosa per le sue sorgenti
calde e colorate. Quella di Chinoike Jigoku, rossa a causa dell’ossido
di ferro, sviluppa 78 gradi di temperatura ed è stata un luogo
prediletto per la tortura dei prigionieri. In Cina c’è una intera città
dedicata ai fantasmi, Fengdu, il luogo dove passano tutte le anime nel
loro viaggio verso Naraka, il mondo sotterraneo del buddhismo. Nel
Belize c’è la Grotta del sepolcro di cristallo, l’Actun Tunichil Muknal
dei Maya, piena di scheletri lasciati lì perché sono inutili nel regno
dello ombre. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta: romani e
greci pensavano che ci fosse una sola virtuosa via per accedere ai Campi
Elisi, ma di porte per l’inferno è pieno il mondo.