lunedì 17 ottobre 2016

La Stampa 17.10.16
D’Alema e Bersani, attacco sincronizzato contro il premier
“Se vince il Sì vince il Partito della Nazione”
di Alessandro Di Matteo

Alla trattativa i bersaniani non ci credono proprio, e infatti in settimana si riuniranno per ufficializzare il no al referendum e anche iniziative sulla legge di bilancio, ma nel Pd qualcosa si muove sulla legge elettorale e domani si riunirà per la prima volta la commissione del partito voluta da Matteo Renzi.
Il segretario del Pd non vuole sprecare l’occasione di dimostrare che lui fa sul serio e che semmai è solo una parte della minoranza che ha deciso pregiudizialmente di dire no, visto che Gianni Cuperlo alla commissione partecipa a differenza dei bersaniani: «Noi – spiegava giorni fa uno degli uomini vicini al premier – sappiamo che Bersani e i suoi hanno giù deciso. Ma vogliamo parlare agli altri, a Cuperlo, a quella parte della nostra base che è indecisa…».
La trattativa non è facile, perché Renzi per ora non intende scoprire le proprie carte presentando una propria proposta di modifica dell’Italicum. Il leader vorrebbe che la commissione composta da Guerini, Orfini, Zanda, Rosato e Cuperlo inizi un giro di consultazioni innanzitutto con i partiti di maggioranza, per poi incontrare le opposizioni. Solo dopo si tirerebbero le somme. Cuperlo, però, vuole di più. Chiede che il Pd metta nero su bianco una propria proposta.
Proprio di questo si parlerà domattina. Difficile che il Pd arrivi a scrivere una propria proposta, come spiega uno dei membri della commissione: «Noi l’Italicum lo abbiamo fatto prima ascoltando gli altri e poi tirando le somme. Bersani, quando era segretario, presentò una proposta Pd, e alla fine rimase il Porcellum…». Renzi però non ha intenzione di rompere, vede ridursi il fronte del no: il premier ha incassato il sostegno di Vannino Chiti, uno che si era battuto contro la riforma del Senato all’inizio, e i renziani hanno colto toni più concilianti nell’editoriale di ieri di Eugenio Scalfari.
Peraltro, Renzi sa che i bersaniani sono pronti ad attaccare anche sulla legge di bilancio. Bersani già ieri, parlando con l’agenzia Adnkronos, ha avvertito: «Il problema non è se e come si rottama Equitalia ma se si rottamano equità e fedeltà fiscali». Ma nel mirino c’è anche, e forse soprattutto, la voluntary disclosure, che per Bersani potrebbe portare a una sanatoria sul contante, un’idea «da Fabrizio Corona» per l’ex segretario. «Io – ha detto Bersani ai suoi – nel mio programma elettorale avevo scritto: mai più un condono!». Senza contare che Massimo D’Alema continua la sua campagna: «Se vince il sì si consolida il Partito della nazione».
Per questo si cercherà di tenere il dialogo con Cuperlo. Si proverà magari a fissare dei criteri con i quali presentarsi agli altri partiti: ok a un sistema che elimina i nominati (magari i collegi uninominali stile province), disponibilità a ragionare sul premio di coalizione anziché alla lista e persino sul ballottaggio, a patto che si garantisca un vincitore.