La Stampa 11.10.16
“Dateci più migranti”
L’eccezione Basilicata punta sull’accoglienza
Il 90% ha un contratto. E arrivano i soldi di Sawiris
di Flavia Amabile
Quando
si parla di migranti da accogliere, in Italia ci sono regioni del tutto
contrarie, regioni che sopportano, regioni silenziose. E poi c’è la
Basilicata.
A ottobre alcuni genitori hanno
protestato in una scuola di Cagliari perché c’erano due bambini appena
sbarcati: per alcune settimane ai due piccoli è stato assegnato un bagno
separato. In Lombardia il presidente della Regione Roberto Maroni si
scaglia contro «l’invasione» e sta facendo di tutto per bloccare gli
arrivi. Lo stesso in Veneto dove il governatore Luca Zaia non fa altro
che ripetere: «Abbiamo già dato».
Sembra un
disco rotto. Tutti protestano, sostengono di averne abbastanza, dicono
prima gli italiani soprattutto ora che il terremoto in Centro Italia ha
tolto la casa a migliaia di persone. Bisogna scendere verso Sud,
oltrepassare la Campania e arrivare in Basilicata per sentire parole che
ormai sono sempre più rare.
«L’accoglienza?
Noi abbiamo deciso di cambiare passo ampliando ancor più il nostro
impegno per i rifugiati e i richiedenti asilo, focalizzando tutte le
migliori esperienze e le energie regionali e proponendo un approccio
sistemico alla materia della migrazione e del diritto di asilo», spiega
Marcello Pittella, presidente delle Regione Basilicata.
Il
governo ha assegnato alla regione la quota di mille migranti da
accogliere, una cifra di tutto rilievo in una regione dove la
popolazione è in calo costante da anni. La risposta è stata: possiamo
fare di più, ne accoglieremo il doppio. Come aggiunge Pittella: «In
controtendenza rispetto a tutte le altre regioni italiane, nel 2015 ho
manifestato personalmente, la volontà del governo regionale di andare
anche oltre la quota di riparto nazionale dei flussi migratori, offrendo
di accogliere fino a 2000 migranti. Questo perché la giunta regionale
che ho l’onore di presiedere considera l’accoglienza un’opportunità che,
se ben strutturata, può essere un’occasione di sviluppo per il
territorio. Soprattutto per le aree interne».
È
nato così il miracolo della Basilicata, una regione dove sui migranti
le cifre raccontano un vero e proprio boom. Ci sono 2240 richiedenti
asilo in tutta la regione, di cui 185 minori non accompagnati. Oltre
44mila migranti hanno un lavoro, al 90% con un contratto. Oltre la metà
lavora in agricoltura. Vuol dire che gli stranieri rappresentano il 13%
circa della forza lavoro totale, cioè più di un lavoratore su 10 è
straniero.
Nella zona del Metaponto, le
cifre sono anche più elevate: su 34mila lavoratori, 14mila sono
stranieri. Sono in 460 gli operatori lucani a lavorare intorno ai
progetti per l’accoglienza e sono 55, oltre un terzo, i Comuni ad aver
accettato di ospitare migranti nei loro territori.
Già
da sole queste cifre basterebbero a raccontare una visione di futuro
che non solo in Italia ma anche in buona parte dell’Unione Europea si fa
sempre più fatica a trovare. Ma la settimana scorsa è accaduto anche
qualcos’altro. A Matera è arrivato Naguib Sawiris, il magnate egiziano
che voleva acquistare un’isola per poter accogliere i migranti che
transitano lungo la rotta del Mediterraneo, lo stesso che aveva
annunciato di voler investire 100 milioni di dollari per aiutare i
rifugiati a creare una comunità stabile. Dopo aver capito la politica di
accoglienza lucana ha scelto la Basilicata per realizzare i suoi
progetti. La Regione e Sawiris hanno firmato un accordo per realizzare
il progetto economico e sociale soprannominato «We are the people» per
favorire la crescita del territorio e garantire l’accoglienza dei
rifugiati. I dettagli sono allo studio ma il modello seguito sarà di
un’accoglienza diffusa sul territorio. Pittella ne parlerà presto con il
presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Gli dirò che ci sono persone in
grado di lavorare per lanciare un grande progetto di inclusione sociale
di quanti fuggono dalle guerre e dalla miseria».