il manifesto 7.10.16
Caro Scalfari, oligarchia non è democrazia
di Valentino Parlato
Dopo
la seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo, la regola era che
la politica doveva essere di tutti: tutti dovevamo impegnarci in
politica perché questo era il fondamento della democrazia: “governo del
popolo”. Ma ora l’aria è cambiata: Per il referendum del prossimo 4 di
dicembre è assai chiaro. C’è un manifesto assai eloquente: «Cara Italia,
vuoi diminuire il numero dei politici? Basta un SI».
Siamo
arrivati al punto da ritenere malfattori quelli che si occupano di
politica? Al punto che dire: «tu sei un politico» è un insulto? Quindi,
basta anche con la democrazia che significa “governo del popolo”? Meglio
il governo di pochi o di uno solo.
Il governo di pochi si chiama
“oligarchia”, che già a scuola ci insegnavano che è una brutta cosa.
Dire che un personaggio era un “oligarca” non era proprio un
complimento. Ma ora anche Eugenio Scalfari ci spiega che sbagliamo: «Il
primo errore – scrive nel suo editoriale su Repubblica di domenica 2
ottobre – riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e
democrazia: l’oligarchia è la sola forma di democrazia».
Questo inatteso innamoramento per l’oligarchia stupisce e preoccupa ed è contro tutto quello che avevamo imparato a scuola.
Preso
dal dubbio sono andato a leggere la voce “oligarchia” nell’enciclopedia
Treccani: «Caratteristica della o. (oligarchia) è l’esclusione di
notevole parte dei liberi, spesso la maggioranza, dal pieno godimento
dei diritti politici e la menomazione conseguente della dignità
individuale, dei diritti e della libertà stessa degli esclusi dal
potere».
Ma Treccani a parte, resta il fatto che tra democrazia
(governo del popolo) e oligarchia (governo di pochi) c’è una bella
differenza che Scalfari non può cancellare, come noi non possiamo
ignorare che l’identificazione di democrazia e oligarchia è una deriva
della finanziarizzazione e globalizzazione del capitalismo di questi
nostri tempi.