il manifesto 5.10.16
“Venite in Italia, sfruttiamo i lavoratori”
Promozione commercio con l'estero. Lo rivendica un opuscolo del governo destinato ad attrarre gli investitori stranieri
di Irene Mossa
«Un
ingegnere italiano guadagna uno stipendio annuo medio di 38.500 euro,
mentre in altri Paesi europei ha uno stipendio medio di 48.500 euro. In
Italia il rapporto qualità/costo di profili altamente specializzati è
estremamente competitivo rispetto ad altri stati europei».
La
notizia, considerata ottima per le imprese straniere che vogliono
investire in Italia – un po’ meno per i nostri lavoratori – arriva da un
documento presentato il 21 settembre da Renzi e dal ministro dello
sviluppo economico Calenda, a Milano, come parte del piano nazionale
«Industria 4.0». La brochure è stata realizzata dall’Ice, agenzia per la
promozione all’estero delle imprese italiane, per incoraggiare gli
stranieri a fare investimenti nel nostro Paese.
Nel documento tra
le ragioni per cui l’Italia sarebbe «il posto e il momento giusto per
investire», oltre al Jobs act, alla posizione strategica e agli
incentivi per gli investitori, a pagina 32, alla voce «Capitale umano»,
c’è il «basso costo» dei lavoratori italiani, i meno pagati tra tutti i
paesi europei. E nella pagina successiva le cose non migliorano: si
continua a spiegare, con tanto di grafici, come nel 2014 lo stipendio
medio di un lavoratore italiano sia il più basso, e quello con
incremento minore, rispetto a Inghilterra, Germania, Francia, Belgio o
Irlanda. E come la crescita del costo del lavoro, dal 2012 al 2014, nel
nostro paese sia minore rispetto a quello medio dell’eurozona.
L’iniziativa
governativa sarebbe passato sotto silenzio, se Sinistra italiana non
avesse presentato un’interrogazione al senato. Sottolineando come sia
«vergognoso e imbarazzante», da parte del governo, considerare i bassi
stipendi e lo sfruttamento dei lavoratori italiani un incentivo per le
imprese, piuttosto che un gravissimo problema da risolvere.