il manifesto 27.10.16
Unesco, terzo voto su Gerusalemme Est ribadisce condanna Israele
Per Tel Aviv è un voto "spazzatura"
di Michele Giorgio
GERUSALEMME
Forse è merito di una congiunzione astrale o del “caso” oggetto di
riflessioni filosofiche sin dai tempi degli antichi greci e romani,
eppure ieri mentre il Comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco (21
Paesi membri, non l’Italia) approvava una nuova risoluzione di condanna
delle politiche israeliane a Gerusalemme Est, il Dipartimento per le
antichità di Israele ha comunicato al mondo la scoperta di un papiro del
VII secolo a.C. dove Gerusalemme è menzionata in lettere ebraiche
antiche. Per la ministra della cultura Miri Regev il papiro dimostrebbe
una volta di più l’importanza storica di Gerusalemme per gli ebrei, «al
di là della propaganda menzognera dell’Unesco». L’annuncio ha fornito
ulteriori munizioni al governo israeliano per attaccare l’agenzia
dell’Onu per la cultura che nelle ultime settimane, con tre votazioni,
ha riaffermato che Israele è una potenza occupante a Gerusalemme Est,
usando solo i toponimi arabi per indicare i luoghi santi, in particolare
per la Spianata delle Moschee (Haram Sharif) considerata il Monte del
Tempio dagli ebrei. Per Israele l’Unesco negherebbe il legame tra
l’Ebraismo, il Monte del Tempio e il Muro del Pianto. «È voto
spazzatura” ha commentato il portavoce del ministero degli esteri
Emmanuel Nahshon. La scorsa settimana Matteo Renzi era sceso in campo a
difesa delle ragioni di Israele rimproverando il ministro degli esteri
Gentiloni che aveva ordinato l’astensione sulla risoluzione dell’Unesco.
Ieri Gentiloni ha annunciato che l’anno prossimo l’Italia passerà al
voto contrario se l’agenzia dell’Onu presenterà un testo su Gerusalemme
simile a quello del 2016.