il manifesto 18.11.16
Syriza di lotta e di governo
Grecia. Tsipras, riconfermato con il 93% dei voti dal congresso: «Dialogo aperto con la socialdemocrazia europea»
di Teodoro Andreadis Synghellakis
Sono
due i principali punti di convergenza del secondo congresso di Syriza,
conclusosi domenica scorsa ad Atene: da una parte il bisogno di
continuare a governare il paese, e dall’altra, dimostrare la capacità di
portare avanti una chiara politica di sinistra. Alexis Tsipras è stato
rieletto presidente del partito con il 93,5% dei voti (al congresso
fondativo del 2013 ne aveva ottenuti il 74%), mentre nel nuovo comitato
centrale composto da centocinquantuno membri, i più votati sono stati il
ministro delle finanze Efklidis Tsakalòtos e quello dell’istruzione
Nikos Fìlis. Ciò che è emerso chiaramente, quindi, è che «il popolo di
Syriza» vuole un partito schierato a sinistra, pur senza arrivare a
posizioni nostalgiche del comunismo ortodosso da Kke. Quello che si teme
– e che si vuole evitare – è la possibilità di un cammino simile al
Pasok di Andreas Papandreou. Di un partito con forti rivendicazioni
sociali ma che negli anni, specie dopo l’ascesa al potere, si è
gradualmente spostato verso il centro. La constatazione è che il dialogo
con la socialdemocrazia europea deve rimanere aperto (se non altro, per
spirito di realismo) ma che ciascuno deve poter salvaguardare le
proprie identità.
Nel suo intervento, Alexis Tsipras ha
sottolineato che il governo di Atene è riuscito a creare delle alleanze
solide in Europa, e che, avendo mantenuto i propri impegni «si attende
che facciano lo stesso le istituzioni creditrici e i partner della
Grecia, senza ritardi e senza rimandare». Il riferimento è alla
questione dell’alleggerimento del debito, che Moscovici vorrebbe
risolvere entro la fine dell’anno, mentre il falco Schauble ha fatto
sapere di voler posporre per la fine del 2018. «Manteniamo aperti tutti i
fronti, interni ed esterni. E questo non avviene per sbaglio o per
noncuranza, ma per scelta politica», ha aggiunto Tsipras, volendo far
arrivare il messaggio che Syriza è sì partito di governo, ma non
dimentica la lotta. E questi fronti, oltre al debito, sono quelli
dell’imminente trattativa sui diritti del lavoro (con la possibilità di
reintrodurre i contratti collettivi) e, sul fronte interno, il braccio
di ferro per le televisioni private a trasmissione nazionale, che
secondo la nuova legge dovranno essere ridotte a non più di quattro.
18 europa congresso
Nel
suo intervento Tsakalòtos ha voluto chiarire che «anche se non si è
ancora giunti alla fine della crisi, quello che è certo è che non si
tornerà al neoliberismo». «Dobbiamo usare ogni spiraglio, dobbiamo
discutere con la socialdemocrazia senza dimenticare mai che siamo un
partito della sinistra europea», ha aggiunto il responsabile del
ministero delle finanze, il quale ha voluto anche difendere il suo
predecessore, Jannis Varoufakis: «Se anche al posto di Varoufàkis ci
fosse stato San Francesco di Assisi, sui primi mesi del governo di
Syriza avrebbero detto le stesse cose, perché volevano che la sinistra
fallisse», ha detto con enfasi Tsakalòtos. «È giusto collegare la
realizzazione di quanto deciso con i partner, alla soddisfazione delle
richieste sul debito, ma anche all’ovvio principio democratico che la
società non può obbedire a una autorità massima chiamata competitività»,
gli ha fatto eco il responsabile del dicastero dell’istruzione, Fìlis.
Il ministro alla presidenza Nikos Pappàs – strettissimo collaboratore di
Tsipras – ha ricordato che «con questo governo hanno avuto accesso alle
cure della sanità pubblica due milioni e mezzo di cittadini senza
contributi previdenziali, il pagamento dei debito verso lo stato è stato
dilazionato in cento rate e l’anno scolastico è iniziato senza le
solite carenze di maestri e professori».
Finito il congresso, si
ritorna alle urgenti e difficili sfide di ogni giorno: al primo posto
dell’agenda c’è la possibilità di concludere la verifica
dell’applicazione di quanto pattuito da Atene con i creditori, entro il
30 novembre. La trattativa, questa volta, riguarda il management delle
banche e la gestione dei crediti deteriorati delle banche stesse. Il
passo immediatamente successivo dovrebbe riguardare il debito, con delle
concessioni a favore di Atene.