giovedì 6 ottobre 2016

Corriere 6.10.15
L’Europa non tratti i profughi afghani come merce di scambio
di Luigi Ippolito

È senza dubbio una buona notizia che la comunità internazionale abbia deciso di stanziare 13 miliardi di dollari di aiuti per sostenere lo sviluppo dell’Afghanistan e il difficile processo di pacificazione in quel Paese. Ed è una notizia ancora migliore che a guidare gli sforzi ci sia l’Unione Europea, che mette così la sua autorità morale al sevizio di una causa meritoria. Ma è proprio per questo che tale impegno non dovrebbe essere macchiato dall’ombra del sospetto: poiché in concomitanza la Ue e l’Afghanistan hanno siglato un accordo sui rimpatri dei profughi, che prevede addirittura la costruzione di un terminal apposito all’aeroporto di Kabul.
Certo, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, ha sottolineato che «non c’è collegamento fra gli aiuti allo sviluppo e quello che facciamo sulla migrazione. È stato un processo parallelo, ma non c’è condizionalità». Ma allora perché un ministro afghano ha descritto l’accordo come «una coppa avvelenata che il governo è stato costretto a bere?». E ha forse completamente sbagliato i toni Amnesty International, che ha definito «un’assoluta vergogna scambiare l’assenso del governo afghano per i rimpatri dei propri cittadini con aiuti umanitari e allo sviluppo»?
Certo, è comprensibile che i governi europei, sotto la pressione delle opinioni pubbliche e soprattutto dei montanti partiti populisti, cerchino strade per regolare i flussi migratori. Ma affannarsi a dire, come è stato fatto, che ormai molte parti dell’Afghanistan, inclusa Kabul, sono sicure, è cosa che sfida la logica e il buon senso. Trattare chi fugge da guerre e persecuzioni come merce di scambio non fa onore a chi propone quel tipo di accordi: prima di ogni considerazione politica o elettorale, non va dimenticato che siamo di fronte a persone che lasciano le loro case e tutto quello che hanno per salvare l’unica cosa rimasta, la nuda vita. Di fonte a cui il diritto all’asilo dovrebbe avere precedenza.