Corriere 5.10.16
Polonia, l’aborto e la vittoria delle donne
di Maria Serena Natale
Una
lezione d’umiltà per il governo. Così il vice premier polacco Jaroslaw
Gowin ha definito il segnale dato dalle centomila donne che lunedì 3
ottobre sono scese in piazza a Varsavia, Danzica, Cracovia, Lodz,
Breslavia… Femministe e conservatrici, vestite di nero per denunciare
l’attentato ai loro diritti, armate di grucce per ricordare la
rudimentale brutalità degli aborti clandestini del passato. Una protesta
trasversale e compatta contro la proposta di legge che prevedeva il
bando di fatto totale dell’interruzione di gravidanza in Polonia. Ieri
l’esecutivo nazional-conservatore di Beata Szydlo ha preso le distanze
dall’iniziativa popolare che aveva raccolto 450 mila firme e sottoposto
il testo all’esame del Parlamento: «Il governo non intende modificare le
regole esistenti». La legge di compromesso in vigore dal 1993 consente
di abortire solo nei casi di stupro, malformazione del feto e grave
pericolo per la vita della madre. La modifica proposta manteneva il
principio della tutela della vita della donna ma in tutti gli altri casi
stabiliva cinque anni di carcere per la «colpevole», oltre che
l’arresto dei medici. Una criminalizzazione totale, in un Paese
profondamente cattolico dove l’interruzione di gravidanza divide la
società e incontra spesso l’opposizione di coscienza. A fronte di circa
duemila interventi legali l’anno, le stime oscillano tra 10 mila e 150
mila casi clandestini. L’inasprimento della normativa era stato
contestato anche dagli ambienti religiosi. Lo stesso episcopato si era
detto contrario. Nell’ultimo sondaggio Ipsos era favorevole solo l’11%.
«Le proteste ci hanno dato spunti di riflessione», dice ora Gowin. La
retromarcia rassicura la Ue, che aveva già aperto la procedura di
monitoraggio sullo Stato di diritto in Polonia in seguito al conflitto
sorto tra Corte costituzionale e maggioranza. Il partito
ultraconservatore di Jaroslaw Kaczynski aveva trionfato alle elezioni
del 2015 con la promessa di una politica al servizio dei più deboli.
Sull’aborto ha incontrato una delle più forti mobilitazioni popolari dai
tempi del comunismo .