venerdì 28 ottobre 2016

Corriere 28.10.16
Come conciliare nell’Islam Il denaro e la religione
risponde Sergio Romano

Benché se ne parli poco, credo di non sbagliarmi nel ricordare la notizia che
gli Stati Islamici prestano denaro ai loro clienti senza chiedere interessi, secondo quanto prescrive il Corano. Come è possibile, come operano le banche? Eppure le loro banche investono cifre ingenti anche all’estero. Come avviene tutto ciò?
Alberto Albertini

Caro Albertini,
Maometto era un mercante, stimava i mercanti e, con un giudizio che sarebbe piaciuto ai calvinisti, diceva spesso: «Colui che guadagna denaro piace a Dio». Furono i mercanti arabi che, scendendo lungo le coste dell’Africa per trovare nuovi clienti, diffusero la lettura del Corano e i cinque pilastri dell’Islam. Anch’essi, come i mercanti cristiani, dovettero conciliare i precetti della fede con le esigenze del mestiere. Come finanziare le proprie imprese se il pagamento degli interessi su denaro prestato è considerato usura e severamente condannato dalla casta sacerdotale? Favorite dal grande sviluppo della economia mercantile nel Medioevo e dalle grandi rivoluzioni industriali fra il Settecento e il Novecento, le società europee furono più pragmaticamente inventive e le Chiese più tolleranti.
Per le società arabe, meno investite dalla modernità e più conservatrici, il percorso, invece, è stato più lungo e più frequentemente interrotto da risvegli religiosi e correnti fondamentaliste. Più recentemente, tuttavia, due fattori hanno contribuito a modificare le regole del capitalismo islamico. I Paesi petroliferi si sono considerevolmente arricchiti e l’emigrazione arabo-musulmana nelle società occidentali ha avuto per effetto l’apparizione di una moltitudine di potenziali clienti (circa 20 milioni nell’Unione Europea) che lavorano in Paesi capitalisti, trasferiscono una parte dei guadagni in patria, risparmiano, aprono conti correnti, hanno bisogno di denaro per stipulare polizze d’assicurazione, comperare una casa, avviare un’azienda.
Per fare buon uso delle ricchezze petrolifere e soddisfare le esigenze di una nuova clientela, le banche e gli uomini d’affari hanno ricominciato a camminare sulla strada che i loro antenati avevano brillantemente percorso più di mille anni fa. E hanno creato, con grande fantasia, nuovi strumenti finanziari. Il più frequentemente usato è quello che trasforma il prestito in una sorta di partenariato fra la banca e il cliente per la condivisione degli utili. Ma vi sono altre formule, caro Albertini, in un libro di Fabrizio Martalò, pubblicato da Greco & Greco: L’Islam entra in banca. Economia e finanza islamica da Maometto fino ai giorni nostri.