Corriere 27.10.16
«Senza Rete e social noi eravamo attenti»
intervista di Agostino Gramigna
Quando
si è diplomato, 16 anni fa, Wikipedia c’era già, ma «nessuno sapeva
ancora bene cosa fosse». Sedici anni fa, il diciottenne Francesco Sauro,
oggi speleologo di fama, vedeva pochissima tv. «E non c’erano i
social». A giugno è finito sulla copertina di Time che l’ha inserito tra
i 10 giovani leader mondiali che incidono sul cambiamento del Pianeta.
Sorpreso dai dati Ocse?
«No, anche se i mezzi di cui dispongono oggi i ragazzi sono molto più potenti di quelli di cui disponevo io».
E non è un paradosso che i diplomati di oggi sappiano di meno?
«Nessuna critica a Internet, ma l’iper-connessione è un grosso problema. Da affrontare».
I social?
«Si
sono moltiplicate le possibilità di imparare ma manca la profondità.
Restare sempre collegati a Facebook o ad altri social media toglie
energia. Le informazioni non si trasformano in passione».
Che c’entra la passione?
«Gli studenti non dispongono di un modello di riferimento che permette di appassionarsi a un tema».
C’è la scuola...
«Ma gli insegnanti non sanno educare i ragazzi sull’uso dei social media».
Forse il mondo oggi è più complesso di quello in cui andava a scuola lei.
«Sì, ma è solo una piccola attenuante».