Corriere 18.10.16
Un errore storico demolire ora la casa di Hitler
di Sergio Romano
La
distruzione della casa natale di Hitler a Braunau non è una pagina
nobile. I conti con la storia non si possono fare distruggendone le
tracce.
L a distruzione della casa natale di Hitler a Braunau
appartiene a una delle tradizioni meno nobili della storia umana. Posso
immaginare che non sia piacevole per i 17.000 abitanti di questo piccolo
centro dell’Alta Austria assistere di tanto in tanto al nostalgico
pellegrinaggio di nazisti impenitenti. Il rischio esiste. Sappiamo che
Jörg Haider, esponente di una destra che si definiva impunemente
liberale, voleva organizzare a Braunau un congresso europeo e che vi
sarebbe riuscito se Giovanni Malagodi, allora presidente
dell’Internazionale liberale non glielo avesse impedito. Ma i conti con
la storia non si possono fare distruggendone le tracce. Non è lecito
ricordare del passato soltanto le pagine più gradite e sopprimere quelle
che sono motivo di imbarazzo e disagio. Hitler appartiene all’Austria.
Gli anni passati a Vienna furono amari ma hanno formato la sua visione
del mondo e i suoi gusti molto più di quanto sia accaduto a Monaco e a
Berlino. Qui è nato il suo antisemitismo. Qui è stato trionfalmente
accolto da una enorme folla plaudente nel marzo del 1938.
Paradossalmente
la distruzione della casa di Braunau è stata decisa quando è nelle
librerie da pochi mesi una nuova edizione del Mein Kampf ; due volumi di
grande formato che pesano cinque chili e contengono il testo di Hitler,
una lunga prefazione (80 pagine), la lista delle traduzioni del libro
in altre lingue, una bibliografia (122 pagine), cenni biografici sulle
persone citate, un indice analitico (70 pagine), una documentazione
iconografica sui luoghi abitati da Hitler negli anni in cui l’opera fu
scritta, una sterminata bibliografia e 3.500 note.
Gli studiosi
tedeschi non hanno bruciato le copie rimaste del libro di Hitler, come
forse avrebbero fatto i distruttori della casa di Braunau. Hanno
preferito seppellire l’autore sotto la pietra tombale della migliore
filologia germanica .