Corriere 13.10.16
Da Okinawa alla Sardegna che cosa mangiano i centenari
di Isabella Fantigrossi
Ortaggi e frutta, carne due volte a settimana: «Si guadagnano 4 anni e mezzo»
Come
vivere felici campando come un centenario (e senza fare troppi danni al
pianeta)? Al netto di faccende personali e innumerevoli eventualità che
la vita può riservare, il segreto di lunga vita in fondo è semplice. Un
menù sostenibile del tipo 5+2. Che significa seguire per cinque giorni
alla settimana una dieta vegetariana e per i rimanenti due un menù che
preveda anche il consumo (moderato, ovvio) di carne. E che è un po’ come
adottare lo stile di vita di cinque particolarissime zone del mondo
dove la popolazione vive molto più a lungo della media e l’incidenza di
malattie croniche è molto bassa. Il villaggio di Loma Linda in
California, la penisola di Nicoya in Costa Rica, la Sardegna, l’isola di
Ikaria in Grecia e Okinawa in Giappone. Sono le cosiddette «zone blu»
del mondo, identificate dagli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain e
dove gli abitanti, secondo i ricercatori della Fondazione Barilla Center
for Food and Nutrition (impegnati a organizzare per il prossimo primo
dicembre a Milano il settimo forum internazionale su alimentazione e
nutrizione), presentano alcuni tratti comuni: l’abitudine a svolgere
attività fisica quotidiana, un atteggiamento positivo nei confronti
della vita e, soprattutto, una dieta uguale o molto vicina al modello
mediterraneo.
Via libera, dunque, a tanti, tantissimi ortaggi e
frutta, cereali, legumi, frutta secca e olio extravergine d’oliva. Pochi
latticini, uova, carni bianche e pesce. E ancor meno dolci e carni
rosse, saturi di grassi e zuccheri semplici. Un regime alimentare capace
di salvaguardare sia salute individuale che ambiente. «Un recente
studio americano — ha detto la ricercatrice Katarzyna Dembska che ieri,
assieme al vicepresidente della fondazione Luca Virginio e a Livia
Pomodoro, nuovo membro dell’advisory board della Fondazione, ha
anticipato alcuni temi del forum — ha rivelato che seguire fedelmente la
dieta mediterranea consente di guadagnare fino a 4,5 anni di vita
rispetto a chi adotta altri modelli alimentari. Che è un po’ la stessa
differenza di aspettativa di vita che c’è tra fumatori e non fumatori».
Non solo. Il modello sostenibile 5+2, «più accettabile e facilmente
praticabile di una dieta interamente vegetariana o vegana, ha anche un
minor impatto ambientale rispetto a un regime carnivoro tutti i giorni».
È il principio che sta alla base della doppia piramide alimentare
elaborata dalla Fondazione Barilla una prima volta nel 2010 e oggi
riproposta con il supporto di un maggior numero (1.300) di fonti
scientifiche. I cibi in cima alla piramide, come carni rosse e salumi,
da consumare con moderazione, sono quelli che hanno l’impronta
ambientale più alta. Viceversa, gli alimenti alla base, come cereali e
ortaggi, sono quelli con minore impatto. E mangiare bene, come spesso si
teme, non vuol dire spendere per forza di più: secondo gli ultimi dati,
un menu carnivoro costa 45 euro alla settimana a Milano e 36 a Napoli,
uno sostenibile 41 e 34. Vivere a lungo, insomma, si può. E pure con il
portafoglio non troppo sguarnito.