Repubblica 23.9.16
“In America troppa violenza ora smettiamo di ignorarla”
di Percival Everett
Dopo
questi due ultimi omicidi, delitti, assassinii compiuti negli Stati
Uniti da agenti della polizia, la cosa davvero triste è che non c’è
nulla di nuovo che io possa dire.
Posso domandare, come tutti,
quante volte episodi del genere dovranno verificarsi prima che la
nazione si accorga di un problema così evidente. Posso domandare, come
tutti, se questa faccenda va avanti da sempre e adesso ne siamo
semplicemente più consapevoli per via delle riprese. Posso dire, come
tutti, che c’è bisogno di agenti addestrati meglio, agenti che siano
migliori come persone.
Lo diciamo tutti, e naturalmente non facciamo nulla. Un atteggiamento molto americano.
Il
fatto è che in questo Paese se sei una persona di colore non è l’Isis
che ti fa paura; non sono i terroristi, ma la polizia. I poliziotti sono
terroristi. E temere i poliziotti, dopo che questi hanno ucciso circa
cinquecento persone, sembra ragionevole.
Quest’anno le vittime
della polizia sono il doppio rispetto alle vittime dell’attentato
terroristico di Oklahoma City del 1995. Di questo passo, nel giro di un
paio di anni le vittime della polizia saranno tante quanto i morti
dell’undici settembre.
Nulla di tutto ciò rappresenta però una
novità. Ed è questo l’aspetto più triste. E ancora più triste è il fatto
che non c’è nulla che io, come chiunque altro, possa dire per far
capire agli americani bianchi che vivono sereni e al sicuro che il
problema è la polizia.
I disordini di Charlotte indurranno forse
qualcuno a rendersene conto, ma è più probabile che l’America finirà
semplicemente con il temere ancora di più paura coloro che di questi
episodi sono le vittime. Un atteggiamento molto americano.
(Traduzione di Marzia Porta)