Repubblica 20.9.16
Dal debito alle buche ecco la paralisi di Roma
Metà delle delibere dedicate alle poltrone
Giunta incompleta, attività a rilento, liti e polemiche: il Comune è fermo da 90 giorni
di Giovanna Vitale
ROMA.
Prima ancora del j’accuse lanciato dai dirigenti comunali — «A tre mesi
dall’insediamento della nuova amministrazione, gli uffici sono alla
paralisi» — sono i numeri a raccontare l’immobilismo del Campidoglio a
trazione grillina.
Dal 7 luglio, debutto della giunta Raggi,
l’esecutivo si è riunito una quindicina di volte: 34 le delibere
approvate, metà delle quali nomine di collaboratori esterni. Ancor più
magro il bottino dell’assemblea capitolina, ferma dal primo settembre:
appena dodici sedute e undici delibere licenziate in aula. Un andamento
lento aggravato dalla crisi politica esplosa quasi tre settimane fa e
non ancora risolta: dalle dimissioni a catena del capo di gabinetto,
dell’assessore al Bilancio e del dg di Ama, azienda dei rifiuti. Tre
ruoli-chiave senza padrone, che hanno di fatto bloccato la macchina
amministrativa. Tanto più che pure la poltrona del segretario generale è
vacante. Risultato? Dirigenti e funzionari — 500 dei quali con
contratto scaduto il 31 luglio e da allora in attesa del bando interno
per essere ricollocati — non sanno con chi parlare. A chi sottoporre le
questioni più urgenti. Faticano persino a capire chi prende le
decisioni. E mentre la sindaca è impegnata nell’estenuante braccio di
ferro con il M5s, le pratiche inevase si accumulano sulle scrivanie.
L’ASSESSORE FANTASMA
L’annuncio
del nuovo assessore al Bilancio, atteso per oggi, è destinato a
slittare. I tanti magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine
finora contattati, hanno declinato. E ora la ricerca si sta indirizzando
sui docenti universitari, per il tramite dell’assessora Flavia Marzano.
Obiettivo della sindaca: presentarsi in aula se non a fianco del nuovo
titolare dei conti comunali, almeno con un nome da offrire ai
consiglieri, ormai furibondi. E non più solo quelli di opposizione. «Il
ritardo comincia a essere notevole», ha ammesso ieri Enrico Stefàno,
fedelissimo di Raggi: «Molti hanno detto no, anche perché a fare
l’assessore non ti arricchisci». E mentre l’inquilina del Campidoglio
cerca di capire se ha ancora la fiducia del Movimento, la città aspetta
risposte: tra bus rotti, strade groviera, servizi sull’orlo del
collasso.
EMERGENZA ATAC
In piena estate il dg di Atac Marco
Rettighieri (anche lui dimissionario insieme all’amministratore unico
Brandolese) lancia l’allarme: servono 18 milioni per la metro A, pena
pesanti disservizi alla riapertura delle scuole. La giunta si riunisce
d’urgenza il 18 agosto. La decisione va ratificata in assemblea
capitolina. Ma il primo settembre l’assessore al Bilancio Marcello
Minenna sbatte la porta e il consiglio si blocca: l’approvazione, salvo
sorprese, avverrà soltanto oggi.
ASSESTAMENTO E SERVIZI A RISCHIO
Minenna
aveva promesso di portare in aula entro il 30 settembre una variazione
di bilancio da 100 milioni per finanziare, soprattutto, i servizi
sociali dei municipi, che hanno ormai esaurito le risorse, e la
manutenzione ordinaria della città. In particolare quella stradale:
asfalto e tombini. Ma senza il responsabile delle finanze comunali è
impossibile portare la manovra in aula. E tutto, a cascata, rischia di
slittare: anche il previsionale 2017, da varare entro dicembre. Due
allora le alternative: accumulare debiti fuori bilancio, oppure tagliare
servizi essenziali.
AUDIT SUL DEBITO E PARTECIPATE
La
sindaca lo aveva promesso in campagna elettorale: «Entro i primi 100
giorni faremo un audit sul debito storico». Che però è sparito dai
radar. E in stallo, sempre per mancanza dell’assessore al Bilancio, è
pure il tavolo Regione-Comune- Governo istituito dal decreto SalvaRoma
per monitorare l’attuazione del piano di rientro del Campidoglio. Che
prevede, tra l’altro, la dismissione di una serie di partecipate. Anche
qui: tutto fermo. Ma se quel piano non verrà rispettato, andranno in
fumo i 110 milioni di extra-costi versati dallo Stato per finanziare la
capitale.
IMMIGRAZIONE
Una settimana fa l’assessore al
Sociale Baldassarre ha dichiarato di non essere in grado di occuparsi
dei migranti che arrivano a via Cupa, il centro di accoglienza gestito
dai volontari. Lo sgombero annunciato è saltato per mancanza di fondi. E
nessuna soluzione è alle viste.
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Stefàno, fedelissimo della sindaca, avverte: “Stiamo perdendo troppo tempo”
Virginia Raggi