lunedì 19 settembre 2016

Repubblica 19.9.16
Renato Brunetta:
“Matteo è il nostro alleato storico, Parisi sia umile”
intervista di Alberto D’Argenio

ROMA. «Stefano, un po’ di umiltà». Il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, commenta così la Convention milanese di Parisi: «Rossini a un giovane musicista disse: c’è del nuovo e del buono, peccato che il nuovo non sia buono e il buono non sia nuovo».
Insomma, bocciato?
«Tutto il buono che ha detto fa parte della tradizione di Fi. Il nuovo lo vedo invece ambiguo e gli ospiti, i Formigoni, i Lupi e i Sacconi, sono l’inquietante presenza di amici che votano sì al referendum e a Renzi».
Non lo vede proprio come leader?
«Berlusconi gli ha chiesto una due dilegence di Fi, lui non può allo stesso tempo lanciare un’opa che diventa ostile e in conflitto di interessi».
I colonnelli che resistono al nuovo.
«I partiti sono cose serie, altro che colonnelli e nomenclatura come ci ha definito Parisi. No Stefano, ci sono 24 anni di storia, errori e successi. Non basta dire che in vicinanza delle elezioni si trova un qualche accordo con Salvini. E’ roba da Prima repubblica, opportunismo insopportabile. Voglio invece che nasca un nuovo soggetto politico moderno, che parli a destra e al centro, riformista e che intercetti il vento del Nord».
Con la Lega?
«Certo, soprattutto con Salvini, senza di lui non si va da nessuna parte. Le cose che ha detto a Pontida fanno parte della nostra storia, quella di Berlusconi, Bossi e Maroni. Sono la nostra riforma costituzionale del 2005, altro che Parisi. Ci vogliono una leadership e un’offerta politica nuove e unitarie. Lo pensiamo io, Meloni, Salvini e tutte le anime del centrodestra, come Brugnaro e Toti e con loro metto anche Parisi. Stefano è tra i protagonisti, ma se vuole contribuire a questa costruzione sia più umile».
E chi sarà il leader?
«Il nostro punto di riferimento è Berlusconi, ma visto che dovremo rifare la legge elettorale dopo la vittoria del “no” al referendum, mettiamoci dentro le primarie. Poi se c’è la volontà, le facciamo con Lega, Fdi, Fi, Fitto, Rotondi, Mauro, Storace, Quagliariello e Cesa. Se Parisi vuole dare una mano, bene. Ma si metta al lavoro con un no militante al referendum e a Renzi».