lunedì 5 settembre 2016

PRIMO PIANO



Corriere 5.9.16
Sfogliatelle e pizza per 1.500 poveri

Pizza per 1.500 poveri, provenienti in gran parte dai dormitori delle case delle suore di Madre Teresa in Italia. È stata offerta dal Papa al termine della canonizzazione nell’aula Paolo VI: 3.000 pizze cucinate con forni mobili da 20 pizzaioli campani. E non è mancata, nel menu, la sfogliatella napoletana.
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A partire dall’evento di ieri, il Vaticano sperimenta il progetto «Io c’ero». Si tratta di una ripresa fotografica digitale dell’intera piazza San Pietro che consente di ritrovare ogni partecipante. Visitando il sito internet www.motherteresasaint.com, chi era nella piazza può rintracciare il proprio volto e condividere su Facebook quella sua presenza con i propri amici.


Il Fatto 5.9.16
Madre Teresa, Francesco proclama santa la cristiana che non trovava Dio
di Marco Politi

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MicroMega 3.9.16
Madre Teresa non era una santa
dal Daily Mail

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Il Fatto 5.9.16
Estremisti cattolici e islamici uniti: “Il terremoto è un castigo di Dio”
Le tesi deliranti su siti tradizionalisti e musulmani: “Una vendetta contro l’abominio delle unioni civili”
di Fabrizio D’Esposito

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Repubblica 2.9.16
#FertilityDay: una campagna sbagliata

SONO una dottoranda presso l’Università di Miami e il mio ambito di ricerca è la comunicazione della salute. Scrivo in merito alla campagna del Ministro della Salute sulla fertilità. Sono convinta che questa campagna sia stata fatta con le migliori intenzioni. Tuttavia mi permetto di illustrare le ragioni per cui non funzionerà. 1) La campagna è stata costruita non tenendo conto delle persone alle quali è destinata e dell’attuale clima di preoccupazione per il futuro. In Italia la stragrande maggioranza dei giovani non ha possibilità di garantirsi sicurezza economica e/o autonomia. Il messaggio fa arrabbiare. 2) Il tipo di strategia adottato per il messaggio della donna con la clessidra voleva essere un “fear appeal”, creato per convincere le persone ad adottare un comportamento preventivo suscitando in loro un sentimento di preoccupazione per le consequenze di un comportamento dannoso (l’attesa a fare figli, in questo caso). Tuttavia il messaggio sembra sia stato percepito dalle persone come un “guilt appeal”, ovvero, appello alla colpa che punta a far leva sulla discrepanza tra il comportamento tenuto e quello ideale che la persona dovrebbe tenere. Una campagna che utilizzi tale strategia, per funzionare, deve fornire una soluzione pratica. Se manca la “soluzione” il messaggio non ha effetto. La campagna #FertilityDay è percepita come una semplice accusa a chi non ha figli.
3) Le barriere sono di natura economica e sociale. Se il governo attuerà politiche mirate al sostegno dei giovani gli obiettivi della campagna saranno facilmente raggiungibili. 4) La campagna è eticamente discutibile, e per certi aspetti crudele. Non tiene conto di tutti coloro che non possono o non riescono ad avere figli. 5) La campagna è stata percepita come discriminante nei confronti delle donne. Tuttavia lo è di più nei confronti degli uomini, che vedono il loro ruolo di padre sottostimato. 6) La campagna #FertilityDay non è un tentativo di promozione della salute. Le campagne per la salute hanno come unico scopo educare le persone a prevenire e gestire le malattie. La scelta di non fare figli non è una malattia.
si ringrazia Irene Calesini