La Stampa 17.9.16
Scuola, il giudice annulla il trasferimento di una docente dalla Puglia in Friuli
di Flavia Amabile
No
al trasferimento: la prof ha i figli troppo piccoli e dovrebbe
affrontare spese eccessive. Anche i giudici iniziano a dare ragione a
docenti e sindacati che sottolineano l’ingiustizia dell’algoritmo che
sta costringendo un esercito di circa 20mila persone a fare le valigie e
trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza da casa. L’ultima
sentenza è arrivata dal giudice Giuseppe Di Trani che ha revocato il
trasferimento di una docente dalla Puglia in Friuli. Ma un provvedimento
analogo era stato deciso dieci giorni fa a favore di una maestra
salernitana a cui era stata assegnata una cattedra in Emilia Romagna. In
quel caso il trasferimento era stato annullato perché, secondo il
giudice del lavoro di Salerno Ippolita Laudati, i provvedimenti erano
illegittimi e lesivi: la maestra sarebbe stata scavalcata senza motivo
da colleghe con punteggio inferiore.
Sono già due nel giro di
pochi giorni le sentenze favorevoli agli insegnanti che si oppongono ai
trasferimenti. Nell’ordinanza che ha dato ragione alla docente pugliese
si legge che «la lontananza, in particolare dai due figli, comporta per
la madre l’impossibilità di provvedere ai loro immediati bisogni, con
danno ingiusto alla formazione e allo sviluppo della personalità dei
minori e inevitabili ricadute negative su tutta la famiglia».
«Non
vanno sottaciute - prosegue il giudice - le gravi difficoltà anche di
natura economica derivanti dall’assegnazione di una sede di servizio
incompatibile con l’attuale residenza». Secondo l’avvocato Graziangela
Berloco, è «una vittoria che restituisce serenità e speranza a centinaia
di donne e di uomini costretti ad abbandonare casa, figli e affetti pur
di lavorare, e pur avendo il diritto di ricevere una sede più vicina».
«Abbiamo già notificato l’ordinanza del giudice al ministero - precisa
il legale - ragione per cui dovrà abbandonare la scuola del Friuli per
fare ritorno in Puglia».