La Stampa 13.9.16
La sinistra Pd (per ora) continua a dire no
di Carlo Bertini
La
sinistra del Pd dice no: per quelli come Speranza e Stumpo il premier
non ha alcuna voglia di cambiare l’Italicum. E anche se proponesse di
togliere il premio di maggioranza alla lista per darlo alle coalizioni, a
loro non starebbe bene. Ora, tenuto conto che queste fasi vedono
trionfare la tattica, è vero che premiare le coalizioni premierebbe la
logica caldeggiata a suo tempo da Bersani di tornare ad uno spirito di
centrosinistra, quindi di aprire il campo, come usa dire l’ex
segretario. E in un caso estremo di scissione, negato da tutti ma non si
sa mai, la coalizione consentirebbe di rimettersi insieme al Pd a urne
chiuse. Così come è vero che anche gli avversari di Sinistra Italiana,
cioè Sel e compagni, pur avversando il Pd di Renzi, non vedrebbero male
un sistema che desse loro la possibilità di allearsi un domani con una
coalizione di centrosinistra. Ma in questa fase nessuno di loro
ammetterebbe di esser disposto a votare tale modifica, piegandosi al
compromesso. «Fin quando non vedo una proposta non mi pronuncio»,
risponde però cauto il capogruppo di SI Arturo Scotto, a dimostrazione
che la porta non può considerarsi sbarrata, anzi.
Dunque la
sinistra, sia quella esterna che quella interna al Pd, per ora si mette
di traverso alla mediazione che potrebbe compattare la maggioranza
Pd-Ncd, dando più fiato e stabilità al governo nel caso vincesse il sì
al referendum «Non ci interessa - dice Stumpo - perché resta il problema
che un partito o una coalizione che ha il 20% dei voti al primo turno e
vince il ballottaggio con il 51% dei votanti si prende tutto. Un
problema che non risolve la coalizione». Ed è vero che Bersani dice di
tornare alle coalizioni e all’Ulivo, «ma più come un fatto
politico-culturale, come un’ area di riferimento che rimetti insieme. E
per questo abbiamo presentato la legge Mattarellum 2.0 basato sui
collegi figlio di quella stagione». Ora, come sempre le due sinistre non
vanno di pari passo, quindi se si chiede a Sel cosa ne pensi del
Mattarellum, la risposta è che «è una buona base di partenza, ma non è
la nostra, che faremo nei prossimi giorni», dice Scotto senza fornire
altri dettagli. «Renzi dimostri la volontà di rivedere l’Italicum quando
si voterà la nostra mozione sul tema».