Il Sole Domenica 18.9.16
In Germania
Impegno e ipocrisia
di Arnaldo Benini
La
pubblicazione delle lettere fra Thomas Mann e Stefan Zweig, da più di
un secolo narratori e saggisti di lingua tedesca fra i più letti nel
mondo, è un evento di grande interesse. Dopo ricerche di anni,
l’epistolario è inserito in un volume di quasi 500 pagine. Katrin
Bedenig e Franz Zeder hanno scritto lunghe note alle lettere, che
rendono comprensibili accenni meno noti e personali, e un vastissimo
commentario in cui ricorrono molti protagonisti della politica e della
cultura del tempo. Il volume è una preziosa analisi di eventi e rapporti
culturali, politici e personali dal 1911 al suicidio di Zweig nel
febbraio 1942. Ricche di eventi poco studiati o sconosciuti sono le
molte pagine sulla movimentata cultura tedesca dal 1933 in esilio, di
cui Mann e Zweig furono figure eminenti. Le lettere, dal 1911 al 1942,
conservate in diversi archivi e da privati, non sono molte: 41 di Thomas
Mann (di cui 20 inedite) e 17 di Stefan Zweig (di cui 3 inedite). Poche
rispondono ad altre lettere, talora ci sono vuoti di anni. Molte,
specie di Zweig a Mann, sono andate perdute. A Manfred Altmann, fratello
della seconda moglie di Zweig e curatore del lascito dello scrittore
dopo il suicidio suo e della moglie in Brasile, Mann scrive di avere
solo due lettere della lunga corrispondenza con Zweig. Le ragioni sono
molte, non ultima i continui e laboriosi trasferimenti d’entrambi i
corrispondenti da un paese e da un continente all’altro. È probabile che
Mann non abbia conservato le lettere di Zweig perché, pur piene di
complimenti, gli dicevano poco. Il paragone fra i giudizi entusiastici
nelle lettere sulle opere che Zweig gli mandava e le stroncature di
buona parte di loro nel diario dimostrano l’ambiguità del rapporto fra
due personalità che più diverse non potevano essere. Franz Feder dice
che Mann e Zweig non erano né amici né nemici. Per Thomas Mann il
rispetto per il collega, di cui apprezzava la laboriosità e la cultura,
era di superficie. Nel diario era spietato: dell’apprezzata biografia di
Maria Stuard, ad esempio, annota che è scritta in modo pestilenziale.
Thomas Mann, a differenza di Zweig, si conferma, in questo epistolario,
capace di mentire, in una misura che senza il confronto con i diari non è
sospettabile. Zweig, a differenza di Mann, era incline alle depressioni
e al pessimismo, che l’indurranno al suicidio, di cui le ultime righe
della lettera a Mann del 29 luglio 1940, qui riportata, ne sono un
anticipo. Durante la Prima guerra mondiale Thomas Mann, a differenza di
Zweig, fu un fanatico militarista, e Romain Rolland, pacifista e amico
intimo di Zweig, nel pamphlet contro la guerra del 1915 Au-dessus de la
mélée , il cui impatto politico-culturale fu paragonato al J’accuse di
Zola sul caso Dreyfus del 1898, scrisse che le pagine sulla guerra di
Mann, che gli sembrava un toro inferocito, erano “mostruose” . In una
lettera a Zweig del 1916, confermando l’esaltazione della guerra, Mann
parla di Rolland senza astio, dicendo che il suo «libretto di guerra»
era colmo d’ingiustizie. Il saggio di Zeder è un resoconto molto acuto
della litigiosità e aggressività dell’emigrazione tedesca, prima in
Europa e poi in America, per differenze ideologiche, rivalità e gelosie
ma anche perché gli emigranti, scrisse Alfred Döblin, si dividevano fra
«coloro che siedono nel grasso e quelli - come lui - che siedono
nell'immondizia». Le lettere dall’esilio di Mann e Zweig, entrambi
seduti nel grasso, non rivelano ostilità, ma un’acuta, e, tenendo
presente la cecità di molti politici, una straordinaria anticipazione
della deriva dell’Europa. Thomas Mann è stato un instancabile
propagandista antinazista per convincere gli americani che col nazismo
non si tratta e poi per convincerli ad entrare in guerra. L’altro
“illustrious immigrant” Stefan Zweig, distaccato e schivo, teneva
lectures in molti Stati, ma rigorosamente apolitiche. Da qui il
rimprovero e la sollecitazione ad agire della lettera di Mann qui
riportata. Thomas Mann diventa una delle figure più eminenti della
cultura liberale. Già in una lettera del febbraio 1933 Zweig lo aveva
paragonato, per la sua intransigenza antinazista, che lo stava portando
all’esilio, all’antifascista Benedetto Croce.
aib@bluewin.ch
Thomas
Mann-Stefan Zweig Briefwechsel, Dokumente und Schnittpunkte
[Epistolario, documenti e intersezioni], a cura di Katrin Bedenig e
Franz Zeder, Klostermann, Frankfurt a/M, pgg. 464, € 80