Il Sole 25.9.16
Il rientro di Grillo come Mr. Wolf
di Lina Palmerini
«Sono
Mr. Wolf e risolvo problemi». È una delle battute più note del film di
Tarantino Pulp Fiction e calza alla perfezione al ruolo che Grillo ha
oggi nel Movimento. Le divisioni infuriano, si litiga anche su chi andrà
in tv, e il fondatore è costretto a tornare dopo il suo passo indietro.
«Ebbene
sì, sono rientrato, avevo fatto un passo indietro ma sì, sono tornato».
Beppe Grillo è di nuovo sulla scena ed è una scelta che racconta tutte
le difficoltà di questo momento. Difficoltà che il fondatore non nega ma
che anzi sembra ammettere quando parla di errori e della necessità di
avviare una seconda fase per i 5 Stelle. Abbiamo urlato, abbiamo
protestato – dice – ma adesso è il tempo di organizzarci. Perché il nodo
è tutto lì. In una struttura organizzativa che è franata dopo la
conquista della Capitale. E che ha mostrato la debolezza dei
protagonisti del direttorio, gli sbagli, le gelosie, le divisioni su chi
e come debba essere guidato il Movimento.
Lo ha annunciato lui
stesso alla platea di Palermo, dove si svolge la festa nazionale del
Movimento: due giorni per ritrovare un orgoglio e soprattutto
quell’identità fondata sulla diversità che invece si è persa nei primi
mesi di amministrazione a Roma. Dov’è la novità? È questa la domanda che
fa più male ai 5 Stelle e che in troppi cominciano a chiedersi. Perché
dire “no” alle Olimpiadi non basta a coprire tutti gli altri aspetti in
cui i grillini si sono rivelati troppo simili agli altri. Il titolo del
Manifesto di ieri diceva: «Penta partito» e sullo sfondo la foto dei 5
del direttorio. Come fosse un ritorno all’antico, a quelle lotte tra
correnti a cui avevano abituato i partiti della prima repubblica. Un
direttorio di fatto commissariato dal ritorno di Grillo che arriva per
riconquistare il marchio – un po' appannato – delle origini, per
appianare i disaccordi, troppi.
Si litiga perfino su chi andrà in
tv che è davvero un paradosso per una forza che si era imposta
rifiutando le apparizioni televisive, i confronti nei talk show. Tant’è
che l’altro annuncio di ieri è che verrà approvato un regolamento
interno per stabilire chi dovrà partecipare alle trasmissioni. «Andrà
solo chi parlerà di programma», diceva il fondatore ammettendo la
normalità della gelosia verso i leader grillini. E anche questo
lentamente li fa somigliare ai politici che sembravano disprezzare. Il
loro slogan era “uno vale uno” e invece si è accesa troppo in fretta la
corsa a superarsi.
«Con tutto il casino che hanno fatto i giornali
su Roma, abbiamo perso solo un punto o due: vuol dire che non contano
più nulla». In queste parole di Grillo - che purtroppo ricordano
Berlusconi e Renzi – c’è però una mezza verità perché la preoccupazione
esiste se quel passo indietro promesso non è più possibile. E dunque
torna il fondatore come fosse Mr. Wolf, uno dei protagonisti del film di
Tarantino, Pulp Fiction, che veniva chiamato a risolvere i problemi più
complessi. Problemi e contraddizioni. Perché, per esempio, sulla legge
elettorale c’è ancora molta confusione nelle loro argomentazioni.
«Vogliono cambiare l'Italicum perché non vogliono farci vincere», diceva
ieri il comico genovese ma la storia parlamentare racconta invece di un
Movimento fortemente ostile a quella legge mai votata. E soprattutto a
smentire Grillo c’è la proposta firmata dai 5 Stelle – il ritorno al
sistema proporzionale con preferenze - che complica la via per la
vittoria dei pentastellati. E invece l’obiettivo, confermato ieri da
Grillo, è la conquista del Paese. Ma il test di quella sfida è Roma. Che
resta una città complessa anche per Mr. Wolf.