venerdì 9 settembre 2016

Corriere 9.9.16
Una rendita che rischiano di consumare rapidamente
di Massimo Franco

Il caos continua. E probabilmente accompagnerà a lungo la giunta di Virginia Raggi: sempre che riesca a completarla. Il veto del Movimento 5 stelle e del suo «codice etico» ha affondato prima ancora di entrare in carica l’assessore al Bilancio che la sindaca aveva designato, tra l’altro indagato ieri dalla magistratura. Tra dimissioni, veti e veleni interni, l’unica cosa chiara è che Beppe Grillo non può abbandonare la Raggi. L’immagine di entrambi, però, sta emergendo sgualcita. E l’assenza di contatti tra i due lascia capire che il M5S oscilla tra blindatura e isolamento.
Eppure non può che sostenere la sua sindaca. Con oltre il 67 per cento dei voti ottenuti, la Raggi è un’intoccabile, agli occhi del Movimento: destabilizzarla significherebbe il suicidio politico delle ambizioni nazionali dei Cinque Stelle. Giorni di confusione, bugie, riunioni-fiume e comizi «riparatori» riconsegnano una formazione divisa e più radicalizzata; non per questo, tuttavia, destinata o intenzionata a lasciare la guida di Roma in tempi brevi. I capi sono divisi, con sospetti perfino di spionaggio riservati ad alcuni dirigenti.
Si sono riuniti ripetutamente per sviscerare le possibili vie d’uscita. Ma alla fine hanno dovuto constatare che possono solo sperare che non ci siano altri inciampi. Il «siamo tutti con Virginia» lanciato ieri sul blog da Grillo e dai membri del direttorio sembra dettato anche dall’esigenza di cancellare il dubbio che non fosse esattamente così. L’attacco ai giornali e al Pd, accomunati in modo strumentale nell’offensiva contro la giunta, dirotta all’esterno i veleni che nel Movimento sono emersi contro la Raggi: quelli che per esempio circolavano nel cosiddetto «mini direttorio romano», appena dimessosi.
Grillo, più capo che «garante», annuncia con i suoi colonnelli: «Virginia Raggi è forte del mandato di ottocentomila romani e del sostegno e della fiducia piena dell’intero M5S». Per questo il quotidiano dei vescovi Avvenire chiede di darle tempo; ma il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, esorta ad amministrare e risolvere i problemi «che sono molti». Una crisi della giunta non archivierebbe i Cinque Stelle, anzi: se non altro perché dietro il M5S oggi non ci sono partiti credibili a livello locale.
La Raggi gode di una posizione di rendita che durerà ancora mesi: a meno che non sia lei a consumarla rapidamente. Se cade ora, potrebbe dichiararsi vittima di un complotto dei comitati d’affari e di Palazzo Chigi, magari per un «no» alle Olimpiadi a Roma dato per certo. E personalità di spicco come il commediografo Dario Fo sono pronte a difendere lei e il M5S. «Errori di ingenuità. Roba da ridere rispetto a quanto è stato fatto in passato». Commento molto indulgente, ma rivelatore: se il Movimento non viene scalfito, è grazie al lascito negativo del Pd e della destra.