giovedì 8 settembre 2016

Corriere 8.9.16
Quei Mattoni nella patria delle libertà: l’Europa senza memoria
di Franco Venturini

Che stesse rinascendo l’Europa dei muri, lo si era già detto mentre la «rotta dei Balcani» percorsa dai rifugiati provenienti dalla Siria veniva bloccata, ad ogni nuovo confine, da reticolati e cavalli di frisia. Ma nessuno avrebbe immaginato, in quei mesi, che nella Francia patria delle libertà sarebbe sorto un muro in mattoni e cemento proprio come quello di Berlino, alto quattro metri e lungo un chilometro. Nessuno avrebbe potuto prevedere, allora, che un tale muro sarebbe stato il frutto di un accordo anglo-francese, e che il governo di Londra sarebbe stato il primo ad annunciarlo senza nascondere la sua soddisfazione. Che la crisi dei migranti abbia infiacchito l’antico e proverbiale orgoglio nazionale dei nostri cugini d’Oltralpe? Nella vigilia elettorale che già domina i dibattiti francesi qualcuno vorrà sapere chi ci guadagna, ma nell’attesa può essere utile provare a capire cosa stia accadendo. Decine di migliaia di migranti provenienti dalla «rotta mediterranea», quella che tocca l’Italia, hanno trovato e trovano ancora il modo di giungere a Calais, il porto francese dirimpettaio della Gran Bretagna. Nella «giungla» — così è stato battezzato quel mondo di umanità sofferente ma non sempre innocente — il gioco al quale tutti vogliono vincere è passare la Manica. Attraverso l’Eurotunnel, con imbarcazioni di fortuna, ma molto più spesso bloccando con un finto incidente l’autostrada che conduce al porto e approfittando del rallentamento per nascondersi a bordo dei Tir diretti dall’altra parte. Undici morti negli ultimi mesi, forti proteste britanniche, propositi francesi di smantellamento della «giungla». Fino all’accordo: un muro vero in sostituzione delle reti attuali, per impedire l’accesso all’autostrada. Costo 17 milioni di sterline, quota britannica 2 milioni di sterline (fonte Ap ). Ma non hanno il senso della storia, i due governi? Oppure non hanno memoria? E poi, un muro di un chilometro, non è facilmente aggirabile? E quella gente, se ha attraversato il Mediterraneo rischiando la vita, non continuerà a rischiarla con maggiori probabilità di cavarsela anche a Calais? E visto che tutti i migranti dovrebbero rimanere in Francia, chi e come smantellerà una «giungla» ancor più piena di furori e di disperazione? La neofita Theresa May rischia una delusione. E il presidente Hollande fa pensare a un disorientamento pre-elettorale che può favorire soltanto una certa signora Le Pen.