Corriere 25.9.16
L’ira dei critici: «Legga cosa dicevamo di Tutino»
di Alessandro Trocino
PALERMO
L’unica Virginia Raggi che si vede a Palermo, nel pratone del Foro
Italico, è raffigurata in una gigantografia eroicamente retta per ore da
un romeno, Chriac Tiberiu Paul, che si autoproclama esponente di M5S
Romania. La sindaca vera, invece, non è arrivata alla kermesse di
«Italia a 5 Stelle» (ma ci sarà oggi). Al suo nome pronunciato sul palco
da Grillo, la folla applaude. Se parli con i dirigenti dei 5 Stelle, le
reazioni al nome delle Raggi sono molto diverse. In molti si
sottraggono. Altri lasciano filtrare, anonimamente, perplessità.
Ma
critiche arrivano anche apertis verbis . Basti sentire quel che dice
Roberto Fico, quando parla di Salvatore Tutino, che sarebbe stato scelto
dalla Raggi come prossimo assessore al Bilancio: «Dico solo che spero
che la Raggi si sia letta le interrogazioni parlamentari che abbiamo
presentato». Interrogazioni per nulla tenere con lui. Un altro membro
dell’ormai defunto direttorio, Carlo Sibilia, si augura che «la sindaca
ci pensi bene, quando prenderà questa decisione». Il mantra è che la
Raggi è e deve essere autonoma: «Le decisioni le prende la signora»,
chiarisce Grillo seccamente, usando un termine non troppo affettuoso.
Fatto sta che non piacciono molte delle decisioni prese dalla Raggi. E
la conferma arriva da Alessandro Di Battista: «Sì, con Tutino sono stato
molto duro in passato». È vero, conferma Vignaroli, «abbiamo criticato
Tutino, anche se ora dobbiamo vederlo all’opera».
Piccole aperture
di credito che nascondono uno scollamento sempre più evidente tra la
Raggi e il Movimento. Non sono un mistero le critiche di Paola Taverna e
di Carla Ruocco. Critiche non solo su Tutino, ma anche su diverse
scelte precedenti, come quella di Raffaele Marra, già vicino ad
Alemanno, capo del dipartimento comunale personale. Spiega un Nicola
Morra sempre più movimentista: «Su Marra dobbiamo valutare il complesso
dell’azione e ricordarci che siamo un metodo di condivisione e di
trasparenza: per cui se questo metodo venisse violato, noi per primi
dobbiamo correggerci».
E se a mettere d’accordo molti tra i
dirigenti è stato il no alle Olimpiadi, le modalità non sono piaciute
per nulla e i dubbi rimangono. Si vedrà oggi se la sindaca riuscirà a
trovare una nuova sintonia con il Movimento.