mercoledì 14 settembre 2016

Corriere 14.9.16
Ken Loach dopo la Palma: no a tutti i muri in Europa
di Stefania Ulivi

ROMA «Che cittadini vogliamo essere?». Io, Daniel Blake , con cui Ken Loach ha vinto la sua seconda Palma d’oro a Cannes, è nato anche da questa domanda. «E dall’indignazione e dalla rabbia nel renderci conto che noi, tutti, abbiamo permesso che accadesse ciò che racconto nel film: l’idea che se sei povero la colpa è tua».
Il regista, 80 anni compiuti in giugno, aveva deciso di smettere dopo Jimmy’s Hall . Sono state, racconta, le centinaia di storie («alcune al limite dell’incredibile») di persone colpite dai tagli al welfare , «l’orribile propaganda contro chi, per suo diritto, riceve i sussidi», a spingerlo, insieme all’amico sceneggiatore Paul Laverty, a farne un film. Sarà nelle sale dal 21 ottobre, distribuito da Cinema . «Mi auguro che renda tutti più consapevoli di quel che accade. Il lavoro non c’è o è troppo insicuro per assicurare una vita dignitosa».
Il protagonista è il carpentiere Daniel Blake (Dave Johns), 59 anni, bloccato nella terra di nessuno della burocrazia dopo un attacco di cuore: i medici gli proibiscono di tornare al lavoro ma se non accetta un incarico dell’ufficio di collocamento perde il diritto all’indennità. Altrettanto paradossale la situazione di Katie (Hayley Squires), madre single di due bambini: per ottenere una casa popolare deve andare a 500 chilometri da Londra, ma lì non c’è lavoro.
«Loro due sono la sintesi delle tante persone che abbiamo incontrato, i nuovi poveri, i disoccupati, le persone che non possono più permettersi di vivere in città come Londra, i precari che stanno scivolando in un baratro economico, sociale senza fine — dice. — Succede in Gran Bretagna, dove dopo la Brexit le condizioni dei lavoratori peggioreranno, succede da voi, guardate in che stato è la Grecia. L’Europa continua a tutelare gli interessi del capitale, non delle persone». E il muro che il governo inglese finanzia a Calais? «Spaventoso. Bisogna rispondere come esseri umani, dare rifugio a chi fugge da guerre e miseria, rafforzare l’Onu. È una tragedia che ci riguarda tutti. Che cittadini e che esseri umani vogliamo essere?».