La Stampa 27.8.16
“Violata la libertà” La Francia boccia il divieto sul burkini
Il
Consiglio di Stato sospende l’ordinanza di Villeneuve-Loubet Ma la
politica si divide: ora serve una legge sui simboli religiosi
di Leonardo Martinelli
Nuovo
episodio (e probabilmente non l’ultimo) nella polemica sul burkini, che
arroventa quest’estate francese: il Consiglio di Stato, equivalente
della nostra Corte costituzionale, ha annullato il provvedimento che
aveva proibito il costume integrale (dal capo ai piedi, ma lascia il
viso scoperto) sulla spiaggia di Villeneuve-Loubet, in Costa Azzurra. La
sentenza dovrebbe fare giurisprudenza anche per gli altri casi in cui
(una trentina finora) i sindaci hanno preso provvedimenti simili.
Adesso, però, diversi politici sollecitano una legge anti-burkini. E che
vada addirittura oltre, a proibire il velo in tanti spazi pubblici: è
chiaro che la laicità e il rapporto con l’Islam saranno centrali nella
campagna per le presidenziali, previste fra otto mesi.
Contro
l’ordinanza di Villeneuve-Loubet avevano fatto ricorso la Lega dei
diritti dell’uomo e il Collettivo contro l’islamofobia in Francia.
L’ordinanza «ha rappresentato una violazione grave e apertamente
illegale delle libertà fondamentali, che sono quelle di movimento, di
coscienza e la libertà personale». Il divieto poteva essere giustificato
«da rischi accertati per l’ordine pubblico». Ma non da esigenze legate
al rispetto della laicità. Eppure, il sindaco di Villeneuve-Loubet,
Lionnel Luca, non molla, e ha annunciato che non ritirerà il divieto il
provvedimento del Consiglio di Stato. Trionfante Patrice Spinosi,
avvocato della Lega dei diritti dell’uomo: «La sentenza farà
giurisprudenza».
La pensano così in tanti, anche Florian
Philippot, vicepresidente del Front National, che pure ha cavalcato la
polemica anti-burkini, appellandosi «alla dignità della donna». E che
ora rimanda la palla al legislatore: «Ci vuole una legge nazionale sui
segni religiosi». Secondo lui, dovrebbe estendere quella del 2004, che
già vieta il velo nelle scuole dello Stato, «a tutti gli spazi pubblici,
ovvero per la strada o nei mezzi di trasporto». Il burkini divide anche
la gauche, con il premier Manuel Valls a favore delle ordinanze e
Bernard Cazeneuve, il ministro degli Interni, che, invece, cerca di
calmare le acque, temendo «una stigmatizzazione dei musulmani». La
polemica ha superato pure le frontiere francesi. Le foto di donne
fermate e multate nelle spiagge di Nizza e Cannes, mentre indossavano
solo il velo e una tunica (e non un burkini), hanno fatto il giro del
mondo. E sono già state organizzate proteste davanti alle sedi
diplomatiche a Londra e in Germania. Tanto per avere un’idea dell’aria
che si respira in Francia, a Vitrolles, nel Sud, un giovane aveva
dichiarato di essere stato assalito da quattro persone, perché portava
al collo un crocifisso. Ma ha poi ammesso che si trattava di
un’invenzione, creata per giustificare una rissa.