Repubblica 7.7.16
Ma inseguiamo ancora quell’unicorno che si chiama amore
di Elena Stancanelli
IL
matrimonio serviva a preservare i patrimoni e riconoscere la paternità.
Era un contratto tra due persone di sesso diverso che intendevano
costituire una famiglia. Legalizzava il sesso, era la forma giuridica
dell’amore. Quasi niente di questo serve più. Figli, amore, sesso non
hanno più bisogno di essere regolamentati nelle nostre società, che, in
teoria, dovrebbero salvaguardare la persona attraverso altri strumenti.
Rimane il denaro. Ma più di quello che il matrimonio potrebbe salvare,
il divorzio è in grado di dilapidare.
Il
matrimonio, dunque, non ha più nessuna ragione sensata di esistere, non
stupisca che si avvii verso l’estinzione. Rimangono le altre ragioni,
quelle religiose, o quelle ideali, che riguardano agguerrite minoranze,
resistenti alla logica del vantaggio. Ma anche loro, sono i numeri a
parlare, arrancano, si distraggono, rimandano.
Che
non ci sposeremo più sarebbe dunque nella logica delle cose. Più
complicato capire che forma daremo all’amore, all’innamoramento, al
desiderio. Continueremo a provare a stare in coppia? Si chiama coppia
quell’unicorno, quell’impossibile incastro tra due persone fondato
sull’attrazione, vincolato alla fedeltà e immaginato come eterno. Un
modello irraggiungibile fin dalle premesse, ma che noi, per inspiegabili
motivi, riteniamo invece praticabile, persino pratico. Salvo poi
disperarci quando, in una percentuale prossima al 100%, fallisce.
Eppure
tutti noi, anziché realizzare che la sua ineccepibile fallibilità non
può che essere il segno del suo vizio di origine, anziché pensare,
semplicemente, «ok, questa storia della coppia non funziona,
inventiamone un’altra», ci incaponiamo, distribuiamo le colpe, ci
riproviamo ancora e ancora. Passiamo la nostra esistenza in questa
serialità sentimentale che somiglia molto alla storia del cammello e
della cruna dell’ago.
Forse
finiremo quindi per tornare al matrimonio, quel bel ventre caldo, ma
anche freddo andava bene, dove potersi crogiolare fino alla morte. A un
patto: che sia per tutti, in tutte le combinazioni sessuali possibili, e
che venga contestualmente vietato il divorzio.