Repubblica 2.7.16
Le insidie per la Raggi vengono anche dallo stesso M5S
Il buco nero di Roma e i tempi stretti della neo-sindaca
L’attenzione
sulla Capitale si trasformerà presto in un assedio Se a Roma la prima
cittadina avrà successo, diventerà una leader nazionale
di Stefano Folli
NON
è strano che a Torino Chiara Appendino abbia già costituito la giunta,
mentre a Roma Virginia Raggi, la sua omologa, sia ancora in alto mare e
coltivi la speranza di comporre il mosaico degli assessori non prima di
giovedì prossimo. E nemmeno stupisce che la nuova sindaca di Torino
passeggi per la città con aria rilassata, nelle stesse ore in cui il
sindaco di Roma va in Vaticano a incontrare il Papa e sembra chiedergli
una speciale benedizione.
La differenza fra le due città è troppo
grande. La vittoria dell’Appendino a Torino rientra nel novero delle
notizie inaspettate, senza dubbio sorprendenti, ma che vengono
riassorbite con una certa facilità: il giudizio sulla giunta a Cinque
Stelle sarà dato nel medio termine, nessuno la tiene sotto tiro. A Roma è
diverso. Il peso sulle spalle del primo sindaco donna è immane e
nessuno le farà sconti. Nemmeno dall’interno del M5S, come rivela un
reportage del “Fatto Quotidiano”. Lungo il sentiero del sindaco, ogni
passo cela un’insidia e ogni angolo buio può essere un’imboscata.
Nessuno le concede tempo né lo farà in futuro.
Il Partito
Democratico ha bisogno di dimostrare il più presto possibile che i
romani si sono sbagliati e soprattutto che quel 67 per cento non
anticipa lo smottamento nazionale dell’opinione pubblica a favore dei
grillini. Sotto tale aspetto, il sondaggio di Diamanti pubblicato ieri
da questo giornale è un segnale d’allarme per la Raggi. Vuol dire che
l’assedio intorno a lei sarà ancora più asfissiante e che in tanti
aspettano i suoi primi passi falsi. C’è da capire intanto se la prima
cittadina gode di una certa solidarietà dentro i confini del movimento,
ovvero se sia già emarginata.
Se così fosse, nessuno si sorprenderebbe. Agli occhi dei grillini la giunta romana presenta una duplice insidia.
Può
cogliere qualche successo, magari molto parziale, e questo basterebbe a
proiettare la Raggi su scala nazionale come il personaggio emergente
del movimento.
Lo è già, in un certo senso, ma con il limite che
per ora deve dimostrare tutto. Se ottenesse un risultato spendibile sul
piano mediatico, scompaginerebbe le gerarchie interne. Ne deriva che la
neo-sindaca è un personaggio da tenere d’occhio.
Gestire Roma
costituisce un’impresa di tale portata che la gabbia delle regole
fissate a tavolino per garantire la disciplina interna al mondo grillino
tenderebbe a frantumarsi alla prima occasione.
L’ALTRA insidia
che i Cinque Stelle temono è l’esatto rovescio della medaglia. Un
fallimento verticale e quasi immediato: quello che spera il
centrosinistra e un certo “establishment” economico romano. Per i
grillini sarebbe ovviamente un disastro. Così come le loro percentuali
nazionali salgono in virtù dei successi nelle città, allo stesso modo un
tonfo nella Capitale diventerebbe un monumento all’inesperienza
velleitaria e inconcludente.
Sotto questo profilo, la neo eletta
non sta facendo molto per tacitare i suoi critici. Pur con tutte le
giustificazioni, sembra che la Raggi indulga un po’ troppo agli impegni
protocollari, dando quasi l’impressione di voler sfuggire al letto di
spine che l’attende nel suo ufficio con vista sui Fori. Le trattative
sono lente e farraginose, assomigliano a quei conciliabili della vecchia
“casta” tanto invisi al movimento. I conflitti fra i gruppi di
pressione che circondano la sindaca vengono ufficialmente smentiti, va
da sé, ma se ne sente l’odore nell’aria. E non aiutano le dichiarazioni
pubbliche della Raggi - ultima quella rilasciata dopo il colloquio con
il Papa: parole sempre corrette, fin troppo, ma altrettanto vaghe e
spesso generiche. Certo, bisogna aspettare la giunta, ma fin qui non si è
sentita l’impronta della leadership. Ossia ciò di cui la città ha
urgente bisogno.
Se la sindaca si farà inghiottire nel buco nero
di Roma Capitale, il suo destino è segnato. Persino in anticipo sulle
previsioni. Forse Virginia Raggi ha in sé qualche colpo a sorpresa per
non essere imprigionata virtualmente nelle segrete di Castel
Sant’Angelo. Se è così, sarà bene che lo esibisca in tempi rapidi e con
assoluta determinazione.