sabato 2 luglio 2016

Repubblica 2.7.16
Virginia porta al Papa le voci delle periferie e un richiamo sull’Imu “La paghi pure la Chiesa”
di Lorenzo D’albergo

ROMA. l tempo di un sorriso, un saluto veloce cercando di nascondere un’emozione a tratti incontrollabile. Quindi gli scatti di rito nella cornice della biblioteca del palazzo apostolico: prima Papa Francesco e Virginia Raggi che si stringono la mano, poi in piedi uno di fianco all’altra e infine seduti a colloquio. Esaurite tutte le formalità del caso e chiuse le porte del pensionato per l’udienza privata, il Pontefice e la prima cittadina della capitale sono rimasti soli per venticinque minuti. Tanto è durato l’esordio in Vaticano della sindaca pentastellata, ieri mattina ospite a San Pietro assieme al figlio Matteo, ai genitori, alla cognata e alla suocera.
Alla prima presso la Santa Sede, l’avvocata grillina si è presentata in completo blu, senza il marito e con un dono quantomeno singolare: «Le abbiamo portato le parole della Roma dimenticata ». A quel punto sul tablet, sfoderato a sorpresa dalla Raggi, è partito un video di otto minuti. Voci e volti dalle periferie: giovani e anziani di Tor Bella Monaca, Ostia e Corviale. Fino ad arrivare al messaggio di un 30enne di San Basilio, che ha anticipato uno dei punti programmatici su cui il Movimento 5 stelle capitolino tornerà presto a battere: «Continui così Santo Padre, le siamo vicini. Ma non si dimentichi dell’Imu. Se le strutture ecclesiastiche che svolgono attività commerciale la pagassero, i romani ne sarebbero contenti».
Finito il filmato - al Papa è stata consegnata una doppia copia su dvd e su pennetta usb - è stato Francesco a fare gli auguri alla sindaca.
Il Pontefice, riprendendo involontariamente lo slogan che ha accompagnato la campagna elettorale della pentastellata, ha invitato la prima cittadina ad «andare avanti con coraggio ». Parole di sincero apprezzamento: il Santo Padre ha spiegato ai suoi collaboratori di essere rimasto favorevolmente colpito da Virginia Raggi. E a Roma, come insegna l’esperienza dell’ex sindaco Ignazio Marino, i rapporti di buon vicinato con il Vaticano possono rivelarsi fondamentali per arrivare in fondo alla consiliatura.
Conclusa l’udienza, organizzata soltanto due giorni fa dalla segreteria dello Stato pontificio su richiesta del cerimoniale del Campidoglio, Francesco ha salutato i parenti della prima cittadina. Si è fermato a parlare per qualche secondo con i genitori. A loro, come ai portavoce della grillina, ha regalato due rosari. Poi, dopo aver accarezzato affettuosamente sulla testa il piccolo Matteo, Francesco ha donato dei libri al piccolo e alla sua mamma.
A quel punto, ripresa l’intera famiglia sotto braccio, la sindaca è uscita sorridendo dal pensionato. Scortata dai gendarmi, si è lasciata alle spalle i marmi splendenti della Santa Sede, le aiuole curate e il brusio dei turisti in cima al cupolone. Di nuovo a bordo della Peugeot 208 bianca parcheggiata nel cortile di San Damaso, la Raggi ha ritrovato il suo staff e, appena fuori l’ingresso del Perugino, la voglia di commentare il faccia a faccia con il Pontefice: «L’incontro è andato bene. Papa Francesco è una persona di un’umanità profonda. Se sono emozionata? Direi di sì». Poco prima aveva commentato l’udienza ai microfoni di Radio Vaticana: «La Chiesa ha un ruolo importantissimo, a Roma in particolare perché è di casa. Siamo vicini, ci guardiamo da un lato all’altro del Tevere. Ho apprezzato molto le parole dell’enciclica Laudato si, mi sembrano attuali e moderne.
Parlano di cambiamenti climatici, dello spirito di comunità, delle persone più fragili, di urbanistica. Devo dire che in quella enciclica c’è molto della Roma di oggi». E di quelle periferie che ieri hanno inviato il loro messaggio al Papa.