Repubblica 18.7.16
Puglia, i 20 milioni per avere treni sicuri svaniti nel nulla
Si indaga sul finanziamento regionale alle ferrovie della strage. L’ipotesi di un conflitto di interessi
di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci
TRANI.
La Regione Puglia, appena un anno fa, aveva stanziato venti milioni di
euro per la sicurezza dei treni della Ferrotramviaria: come e dove sono
stati spesi? E poi, il contratto di servizio tra Regione, proprietaria
della rete, e Ferrotramviaria era stato firmato appena sette mesi fa.
Perché non sono stati imposti sistemi automatici di sicurezza nel tratto
tra Corato e Andria, quello dell’incidente, in attesa della
realizzazione del doppio binario? Sono queste le due domande alle quali
il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Bari dovrà
rispondere nei prossimi giorni, così come chiesto dalla procura di
Trani.
Due domande centrali per ricostruire la storia esatta
dell’incidente ferroviario sul quale, come ha detto il procuratre
reggente Francesco Giannella, «non ci si può fermare al solo errore
umano».
Il tema è quello dell’infrastruttura: il binario unico è
presente ovunque in Italia e però, per evitare incidenti, è accompagnato
da sistemi di controllo automatici, raffinati o meno. Per la
realizzazione di tali misure di sicurezza, la Regione ha messo sul
tavolo, lo scorso anno, venti milioni di euro da destinare alla sola
Ferrotramviaria. Che avrebbe dovuto usarli, ma evidentemente non lo ha
fatto nella zona dell’incidente che è l’unico tratto controllato
unicamente dall’uomo su tutta la rete. In queste ore la Finanza sta
acquisendo documenti nella sede di Ferrotramviaria e alla Regione, dove
ha prelevato anche la copia del contratto di servizio e il regolamento
che lo discipilina. La società della famiglia Pasquini è, infatti,
soltanto un concessionario della rete, che è di proprietà della Regione.
L’ultimo contratto è stato firmato a dicembre del 2015 e, scorrendolo,
si trovano in tema di sicurezza riferimenti molto vaghi. Nonostante un
decreto legge del luglio 2015 impegnasse anche le ferrovie
concessionarie a utilizzare i sistemi di controllo automatici (presenti
sull’intera rete di Fsi), nel contratto di servizio non c’è alcuna
imposizione. Tutto è “risolto” con una comunicazione che la stessa
Ferrotramviaria ha inviato all’Ustif (l’agenzia del ministero incaricata
del controllo) nella quale si impegna a realizzarlo entro il 2017,
quando cioè dovrebbe essere pronto il doppio binario. Rapporto con
l’Ustif che la procura vuole comunque approfondire in tema di “conflitti
di interesse”: per dire, l’ex direttore dell’ufficio è oggi un
dirigente di Ferrotramviaria.
Accanto alle indagini sul secondo
livello, quello politico, ci sono quelle sulla dinamica. Oggi sono in
calendario gli interrogatori dei due capistazione indagati, Vito
Piccarreta e Alessio Porcelli. «Siamo pronti a spiegare tutto», dicono i
legali dei due, Leonardo de Cesare e Massimo Chiusolo. L’indagine mira
ad accertare anche la questione del falso sul registro: ad Andria
risulta appuntato, forse a incidente già avvenuto, un orario di partenza
del treno (10:58) che non corrisponde a quello reale.