Repubblica 14.7.16
Ken Loach: “Non credo alla premier con lei ha vinto ancora la destra pura”
Il
più impegnato dei registi inglesi: “Taglierà le tasse alle corporation
per compensare i danni dell’uscita dall’Unione europea, a spese del
sociale”
“Un’altra Thatcher? Direi piuttosto un’altra conservatrice che porterà avanti l’ideologia anti-lavoratori ormai dominante”
intervista di Enrico Franceschini
LONDRA.
«Questa storia non avrà un lieto fine ». Ken Loach, il più impegnato
regista inglese, Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia,
guarda gli avvenimenti di questi giorni, Theresa May subentrata ieri al
posto di David Cameron a Downing street, la lotta intestina nel Labour,
l’incertezza su Brexit, come se fossero la trama di un film. «Non so se
definirla una tragedia o una commedia, ma una cosa è certa: non mi
piace», dice a
Repubblica.
Cosa farà il nuovo governo guidato da Theresa May? Lei parla di lotta ai privilegi, giustizia sociale...
«Non
le credo, farà quello che è necessario per il business, a cominciare
dai negoziati sui nuovi rapporti con l’Unione Europea dopo la vittoria
della Brexit nel referendum. Il pericolo maggiore è che, per compensare i
danni economici dell’uscita dalla Ue, taglierà ulteriormente le tasse
alle corporation nel tentativo di attirare investimenti. E meno tasse
significherà ulteriori tagli ai servizi sociali, già così danneggiati
dal governo Cameron».
Chi è la nuova premier?
«Se guardiamo
alla sostanza, è un politico di destra con valori di destra, scarso
rispetto per i diritti umani, come ha dimostrato sui prigionieri
britannici a Guantanamo, scarso rispetto per i diritti delle donne, lei
per prima rifiuta di definirsi femminista. È una conservatrice dura e
pura».
Un’altra Thatcher?
«Più che un’altra Thatcher,
un’altra Tory. Che porterà avanti l’eredità ideologica liberista,
anti-lavoratori, della Thatcher, diventata l’ideologia dominante in
questo paese negli ultimi 35 anni».
Ci saranno elezioni anticipate?
«In
questo momento sarebbero un rischio per il Labour, che è più diviso dei
conservatori, quindi non è escluso che la May le convochi per
affrontare gli avversari mentre sono disorientati».
A proposito, cosa pensa della sfida di Angela Eagle a Jeremy Corbyn per la leadership del partito?
«Forse
per la prima volta nella sua storia, il Labour ha un leader
genuinamente di sinistra, lo ha eletto a sorpresa, anzi per sbaglio, in
virtù del cambiamento delle regole delle primarie, permettendo che
votassero tutti gli iscritti e non più solo la nomenklatura del partito.
E dal primo giorno la corrente blairiana, ha cercato di minarlo,
umiliarlo, di detronizzarlo. Ci sta riprovando ora sfidandolo alle
primarie, ma Corbyn ha ampio sostegno fra gli iscritti e verrà
rieletto».
In tal caso i deputati che l’hanno sfiduciato
potrebbero formare un nuovo partito di centro sinistra alleandosi con
liberaldemocratici e verdi?
«Può darsi, ma l’ultima volta che lo
fecero, nel 1981, non andò bene per niente, per questo hanno paura ad
abbandonare la nave del Labour».
Come giudica il referendum?
«È
stato la sfida fra due destre: quella che voleva Brexit per mantenere
l’accesso ai mercati, le privatizzazioni, la speculazione finanziaria; e
quella che voleva Brexit in nome della xenofobia anti-immigrati».
Ma lei vorrebbe restare in Europa?
«Sì,
ma dico, come Corbyn, che la Ue ha bisogno di liberarsi dalla politica
dell’austerità, dal neo-liberismo, e lavorare per l’eguaglianza e i
diritti dei lavoratori».
Potrebbe girare un film su tutto quello che è successo a Londra negli ultimi mesi.
«Non so se sarebbe una tragedia o una commedia. Una cosa è certa, non avrebbe un lieto fine e non mi piacerebbe».