Radio Vaticana 1.7.16
Papa Francesco ha ricevuto oggi in
Vaticano il nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi. Sull’incontro
ascoltiamo il primo cittadino della capitale al microfono di Luca
Collodi:
R. - È andato molto bene, è stato molto
emozionante. Era chiaramente la prima volta che incontravo il Santo
Padre. Ho scoperto una persona veramente molto umana; sono rimasta
profondamente colpita.
D. – Per lei, in quanto politico, quanto è importante il riscatto morale e spirituale di Roma?
R.
- È importante ancora di più dopo tutti i tragici e spregevoli eventi
che vanno sotto il nome di “Mafia Capitale” ma che in realtà poi
coinvolgono tanti anni di cattiva politica. È necessario che i romani,
le persone, i cittadini, capiscano che c’è qualcosa che va al di là del
proprio bene: il bene comune, l’interesse generale; è qualcosa che
supera il particolarismo e l’egoismo. Credo che noi abbiamo il dovere di
riportare questi valori di comunità all’interno di un’amministrazione e
di tutte le istituzioni.
D. – Come vede il ruolo della Chiesa nella società romana?
R.
– La Chiesa ha sicuramente un ruolo importantissimo in tutta Italia, ma
a Roma in particolare, anche perché è “di casa”; siamo vicini, ci
guardiamo da un lato all’altro del Tevere! Devo dire che ho apprezzato
molto le parole dell’Enciclica Laudato si’, mi sembrano estremamente
attuali e moderne; parlano di cambiamenti climatici, di urbanistica
come, talvolta, di uno scempio al paesaggio quando viene fatta senza
rispettare le regole, dello spirito di comunità, delle persone più
fragili. Devo dire che in quell’Enciclica c’è molto della società romana
di oggi.
D. - Un’Enciclica che guarda all’ambiente, in
particolare, e qui entriamo subito nella vita pratica di una grande
metropoli come Roma. C’è ad esempio tutto il tema, ad esempio, dei
rifiuti …
R. - Sì, è un tema tra l’altro che stiamo attenzionando
in maniera particolare. In questi giorni sono in linea diretta con il
presidente Fortini, perché ritengo fondamentale uscire da questa fase di
pre-emergenza o quasi emergenza che a mio avviso è stata originata come
conseguenza di una cattiva politica e di una cattiva programmazione.
Quindi adesso è fondamentale uscire da questo stato di emergenza o di
pre-emergenza e ricominciare a programmare in maniera ordinata con una
visione del ciclo dei rifiuti che si inserisca all’interno di un disegno
di economia circolare che, tra l’altro, anche la stesa Enciclica
riprende; parla proprio di economia circolare, quindi di un’economia che
non si fonda più sul consumo e sullo scarto, ma sulla possibilità dei
beni, degli oggetti, delle cose di essere comunque riassorbiti
all’interno di un ciclo produttivo e quindi di rientrare in circolo,
magari con una forma diversa.
D. - C’è secondo lei una Roma
dimenticata oggi? Parlo del contrasto alla povertà, dell’accoglienza
degli immigrati. Si può parlare di Roma dimenticata?
R. -
Purtroppo sì, perché effettivamente le persone più fragili hanno bisogno
di più attenzioni e queste maggiori attenzioni, di fatto, da parte
delle istituzioni comportano una maggiore attenzione anche da un punto
di vista economico. E allora quando gli immigrati vengono sfruttati,
come è stato il caso di “Mafia Capitale”, e se questo - è evidente -
diventa un business per fare soldi e non per aiutare le persone c’è un
problema. Noi dobbiamo utilizzare i soldi per fare qualcosa, non
dobbiamo utilizzare le persone per fare soldi. Dobbiamo cambiare il
paradigma.
D. - Il tema della famiglia. In passato si è discusso
molto ad esempio sugli asili nido. Ci sarà un fattore famiglia nella sua
gestione di Roma?
R. - Ci sarà un’attenzione ai servizi che da
sempre - purtroppo - scontano le politiche dei tagli, perché fino ad
oggi invece di tagliare gli sprechi si andava a tagliare i servizi. Lo
sappiamo che poi gli sprechi servono a mantenere i privilegi, no? E
allora dobbiamo cercare di dirottare tutti i soldi, che fino ad oggi
sono andati in sprechi, sui servizi, quindi aumentare l’offerta.
D. - Un’ultima riflessione sulle Olimpiadi. La giunta farà un’ulteriore riflessione per una decisione condivisa?
R.
– Se i romani, che fino ad oggi in campagna elettorale non mi hanno mai
parlato di Olimpiadi, mi dovessero chiedere un referendum lo
valuteremo, ovviamente però esponendo tutti i pro e i contro, esponendo
bene i costi e ricordando che proprio l’anno scorso nel 2015 noi abbiamo
finito di pagare la rata annuale da 92 milioni di euro dei Mondiali di
Italia ’90. Fatevi i conti e capite quanto questi eventi pesano sulle
spalle dei cittadini. Questo è fondamentale. Nessuno vuole portare Roma a
livelli non competitivi con le altre città europee, ci mancherebbe
altro, ma in questo momento nel quale abbiamo un debito di 13 miliardi
di euro solo sulla gestione straordinaria, credo che chiedere ai
cittadini di indebitarsi per almeno altri 20, 30, 40 anni, non sia
etico, non sia giusto.