il manifesto 9.7.16
«Tremila morti nel Mediterraneo»
Migranti.
Mille in più rispetto ai primi sei mesi del 2015. La Serbia denuncia:
«L’Ungheria ci sta rimandando indietro migliaia di profughi»
Una
strage infinita. Nei primi sei mesi di quest’anno quasi tremila persone
hanno perso la vita nel Mediterraneo cercando di arrivare in Italia.
Mille in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un
incremento che conferma una volta in più come, per chi fugge da fame e
violenze, quella del Mediterraneo sia la rotta più pericolosa del mondo.
I
dati sono stati forniti ieri dall’Oim, l’Organizzazione internazionale
delle migrazioni, secondo cui fino al 6 luglio scorso gli arrivi in
Europa sono stati 230.885, soprattutto in Italia (70.978) e Grecia
(158.527). I morti sono stati 2.920, oltre mille in più dei 1.838 dello
stesso periodo 2015. Il principale paese di partenza è la Libia, seguita
dall’Egitto. La maggior parte dei soccorsi ci sono stati nel Canale di
Sicilia, dove opera la missione europea Sophia.
A proposito di
punti dai quali i barconi carichi i migranti prendono il largo diretti
in Europa, ieri la stampa britannica ha lanciato l’allarme circa la
presunta intenzione da parte delle autorità egiziane di far partire
migranti diretti nel nostro paese. La decisione sarebbe una ritorsione
per lo stop approvato dal parlamento italiano alla vendita di pezzi di
ricambio per gli aerei F16 come atto di protesta contro lo stallo delle
indagini sull’omicidio di Giulio Regeni. Il ministero degli Esteri
egiziano, scrive The Times, ha dichiarato che la decisione italia
minaccia di compromettere le relazioni tra i due paesi e che il Cairo
sta considerando di prendere contromisure. Anche se nell’articolo non
vengono specificate quali, l’ipotesi più probabile avanzata riguarda la
sospensione dei controlli sulle partenze dei migranti.
Intanto
ieri il sottosegretario agli Interni Domenico Manzione ha ricordato come
ormai l’Italia non sia più un paese di transito, ma di destinazione.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ha ricordato Manzione
intervenendo a Firenze a un incontro sul tema dell’accoglienza dei
migranti, nell’ambito della rassegna «Dire e Fare», «nel 2016 abbiamo
avuto 77.800 sbarchi, l’anno passato oltre 74 mila, abbiamo però più di
51 mila domande di asilo». A margine dell’incontro Manzione ha
sottolineato che «sul problema dell’accoglienza diffusa, con Anci,
l’Associazione dei comuni italiani, abbiamo raggiunto un accordo già dal
luglio 2014. Il protocollo che abbiamo sottoscritto tra Stato, Regione,
Province, Comuni, va in maniera ormai non più ripensabile verso
l’accoglienza diffusa sul territorio».
Nonostante la chiusura lo
scorso marzo della rotta balcanica, gli arrivi dei migranti continuano a
essere numerosi un po’ in tutta Europa. In Serbia da alcune settimane
si registra una ripresa del flusso illegale di migranti e profughi
mediorientali diretti in Europa occidentale. A lanciare l’allarme è
stato Aleksandar Vulin, ministro del lavoro e affari sociali, secondo il
quale gli arrivi più consistenti si registrano da Bulgaria e Macedonia.
Belgrado accusa inoltre l’Ungheria di aver avviato un piano di
respingimento forzato in Serbia di migliaia di migranti entrati
illegalmente nel Paese nei mesi scorsi. In tale situazione, ha detto
Vulin, almeno 1.500 profughi sono stati localizzati nel nord della
Serbia, al confine ungherese, e oltre 500 a sud. «I migranti stanno
tornando in Serbia, e questo è un problema preoccupante, Se in pochi
giorni ne sono giunti 2 mila, si può immaginare cosa avverrà nei
prossimi mesi. Noi non possiamo consentire questi flussi incontrollati»,
ha detto il ministro.