il manifesto 7.7.16
La minoranza Pd e il dilemma referendum
Democrack. Oggi la riunione dell'area Cuperlo, è presto per parlare di candidati a congresso. Ma anche no
La
minoranza dem cerca di tastare il polso ai suoi militanti, nel partito,
soprattutto in vista del referendum di ottobre. E del dopo. Oggi
pomeriggio a Roma si riunirà Sinistradem, la corrente di Gianni Cuperlo.
Ma per i prossimi giorni le varie anime dell’opposizione interna
cercheranno di trovare una quadra unitaria per «non farci trovare
impreparati perché ormai ogni scenario è possibile», c’è chi spiega. La
prossima settimana con ogni probabilità si terrà una riunione fra le
componenti di Roberto Speranza, i ’riformisti’ già bersianiani, Sergio
Lo Giudice, Retedem già civatiani, e Cuperlo. Intanto per cercare una
posizione unitaria sul referendum. Poi c’è da avviare il discorso del
congresso. Una candidatura unitaria sarebbe auspicabile, ma i bersaniani
di fatto hanno già lanciato Speranza. E Cuperlo ha annunciato in
direzione che sosterrà «un ticket», ovvero un candidato alla segreteria e
un candidato premier. Smentito il coinvolgimento di Enrico Letta, il
busillis resta ancora complicato. Per Cuperlo «dobbiamo uscire da
piccoli accampamenti perché in gioco c’è innanzitutto il Paese e la
missione di un nuovo centrosinistra». E in effetti se la minoranza Pd
vuole provare a competere davvero al prossimo congresso dovrà davvero
guardare fuori dall’accampamento a candidature più competitive di quelle
fin qui in campo.
Ma
tutto dipenderà dall’esito del referendum di ottobre. Intanto c’è da
discutere delle prossime scadenze d’aula. La prossima settimana arriverà
al voto il decreto Ilva. «Ma il grosso», c’è chi spiega, «verrà dopo
l’estate. La legge di Stabilità sarà un campo di battaglia…». La
minoranza ha ’avvertito’ Renzi che non arriveranno più fiducie su leggi
indigeste. «Non facciamo ricatti a nessuno. Abbiamo detto e in tutte le
salse a Renzi che va fatta un correzione di rotta sulle politiche
economiche».