venerdì 8 luglio 2016

Corriere 8.7.16
Dalla Polonia a Stalin Storia degli ebrei russi
risponde Sergio Romano
Ho letto un libro di Isaac Babel, ambientato nella Odessa dell’Anteguerra. Quasi tutti i personaggi dei racconti sono di fede ebraica. Gradirei sapere perché gli ebrei erano, e sono, così numerosi in Ucraina, in Bessarabia e in Crimea, nonostante le persecuzioni di Stalin.
Piero Campomenosi

Caro Campomenosi,
Gli ebrei russi e ucraini furono per molti secoli polacchi. Erano arrivati in Polonia nell’Alto medioevo, quando il Paese era accogliente e ospitale, avevano vissuto nelle maggiori città, ma anche in borghi rurali (gli shtetl) dove prestavano denaro ai contadini, vendevano attrezzi agricoli e gestivano spacci d’alcolici. Parlavano un dialetto tedesco di origine renana che durante i secoli passati in Polonia si era arricchito di parole slave, e la loro sorte fu quella del Paese che li aveva accolti. Quando nel 1795 la Polonia fu definitivamente spartita fra le maggiori potenze dell’Europa centro –orientale, gli ebrei polacchi divennero austriaci, prussiani e soprattutto russi, vale a dire cittadini di un Impero in cui la fede cristiano-ortodossa era parte integrante della identità nazionale. Per soddisfare le richieste della Chiesa, a Pietroburgo fu deciso che i nuovi sudditi ebrei dell’Impero zarista avrebbero vissuto in una zona di residenza che comprendeva, oltre alla Crimea, una parte dell’Ucraina e della Bielorussia. Odessa, citta marittima e cosmopolita, ebbe effettivamente una delle più vivaci comunità ebraiche dell’Europa centro-orientale. Vi era una malavita ebraica, brillantemente descritta nei racconti di Babel, ma anche una borghesia ebraica a cui apparteneva, per esempio, la famiglia di Yehudi Menuin, uno dei maggiori violinisti del Novecento.
Stalin non fu mai espressamente e dichiaratamente antisemita. Non amava gli ebrei e ne diffidava, ma non poteva ignorare la parte che molti avevano avuto nel partito bolscevico, nella rivoluzione d’Ottobre, nella costruzione dello Stato sovietico. Durante la Seconda guerra mondiale usò gli ebrei moscoviti e i loro legami con l’ebraismo americano per suscitare negli Stati Uniti una corrente di simpatia per l’Unione Sovietica. Ma negli anni Trenta aveva cercato di creare per gli ebrei russi una nuova zona di residenza nell’estremo oriente sovietico, ai confini con la Cina. Il Birobidzhan, nelle sue intenzioni, sarebbe diventato una Stato sionista, in concorrenza con Israele, e si sarebbe riempito probabilmente con una immigrazione forzata che Stalin progettava nel 1953 quando alcuni medici ebrei furono falsamente accusati di avere ordito una congiura per uccidere i maggiori esponenti della dirigenza sovietica. Ne fu impedito dalla morte il 5 marzo 1953.